Riparte l’ospedale unico Busto-Gallarate, ma ora si parla di ospedale nuovo
Con la pandemia c'è più sensibilità sul destino dei presìdi sanitari esistenti e anche il linguaggio si adegua. Adesso si riparte da una serie di incontri tra Comuni e Regione
Riparte il percorso dell’ospedale unico Gallarate-Busto. Prospettiva vagheggiata da anni, più concreta negli ultimi cinque, ma passata poi da una serie di accelerazioni e improvvisi stop: dopo che è scaduto il precedente accordo di programma, ora si riprende il percorso per far rimettere al tavolo la Regione e i due Comuni coinvolti (direttamente e per ragioni urbanistiche).
A Busto Arsizio si riparte oggi, venerdì 11 giugno, con una nuova seduta della commissione straordinaria sul tema. Oggetto: “comunicazioni in merito ai colloqui con Regione Lombardia sul progetto del nuovo ospedale Busto Arsizio-Gallarate” (nella foto d apertura: il nuovo ospedale di Legnano)” ma anche “sulla riconversione degli attuali nosocomi alla luce della riforma della Legge sanitaria regionale”.
Il tema del destino dei due poli esistenti è infatti emerso con forza con la pandemia e adesso diventa un po’ il punto di passaggio obbligato, nel dibattito: nessuno a Busto e Gallarate vuol fare la figura di quello che non ha a cuore il destino dei presìdi più centrali (peraltro comodi per chi abita nelle due città, forse meno per chi abita nei dintorni, sia per esempio Samarate o Casorate Sempione o la valle Olona).
Adesso si parla di ospedale nuovo, appunto, il che prevede che non sia più unico: una prospettiva su cui per esempio c’è stata una decisa apertura da parte del Pd con Maurizio Maggioni, convinto dal differente approccio teorico.
A Gallarate il consiglio comunale ha votato nell’autunno scorso – con la seconda ondata Covid alle porte – una posizione congiunta, che chiede appunto il mantenimento di una struttura di sanità territoriale in centro a Gallarate, oltre a una garanzia sul numero di posti letto complessivo. Una posizione forse più decisa rispetto a quella di Busto, anche se l’idea di presidio territoriale è tutta da definire.
A Gallarate però oggi il clima è più acceso che a Busto, tra maggioranza e opposizione. La candidata di centrosinistra Margherita Silvestrini ha parlato di «boutade elettorale» dietro agli annunci di ripresa del dialago per un nuovo accordo di programma. Il sindaco Andrea Cassani ha parlato di «strumentalizzazione» del tema ospedale e accusato Silvestrini di incoerenza, dicendo che in passato aveva appunto concordato con la posizione di sì “condizionato” all’ospedale. Alle condizioni principali Cassani aggiunge un tema che sta a cuore, vale a dire la predisposizione (con relativo costo da sostenere) dell’accesso stradale lato Gallarate, che prevede il potenziamento di una strada secondaria esistente.
La zona dove verrebbe realizzato il nuovo ospedaleSullo sfondo resta anche il tema della scarsa attrattività degli attuali ospedali (soprattutto Gallarate) per la ricerca di personale. Anche su questo comunque esistono visioni radicalmente diverse: per i sostenitori dell’ospedale unico – soprattutto nel centrodestra – è frutto della stasi del progetto e delle strutture vecchie, per chi è contro invece è un effetto indotto dal progressivo indebolimento dei presìdi e degli accorpamenti tra reparti, avviato con ampio anticipo rispetto al nuovo ospedale (che rimane ancora da costruire).
Sul piano politico, la prossima data importante è il 7 luglio, quando si riuniranno congiuntamente le commissioni di Busto e Gallarate, insieme a Regione Lombardia.
Poi c’è anche quel che si muove fuori, soprattutto sul fronte dei contrari, con il Comitato per il Diritto alla Salute che continua con le iniziative sul territorio. Tra i favorevoli c’è un po’ di movimento sul fronte dei medici, soprattutto ad alto livello (girano ad esempio messaggi su Whatsapp, anche se non mancano neppure le voci critiche). C’è anche chi ha proposto un referendum popolare per decidere, almeno a Gallarate.
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