Un anno di scuola ai tempi della pandemia il videoracconto degli studenti del liceo di Luino

Tra distanziamento, chiusure, riaperture gli studenti del liceo raccontano con un video le emozioni vissute e che difficilmente potranno dimenticare

L’anno scolastico che si va chiudendo rimarrà per sempre scolpito nelle memorie di tutti gli studenti. I ragazzi di  2^AL e 2^D del liceo Sereni di Luino lo raccontano in un video . Riportiamo la presentazione di un lavoro che ripercorre i difficili mesi tra distanziamento, chiusure e aperture


Dal marzo del 2020 un ordito inaspettato, drammatico, ha ridefinito la trama delle nostre giornate,  chiudendoci in casa ad aspettare bollettini su morti e nuovi contagi. Abbiamo dovuto fare i conti – ogni generazione, nessuna esclusa – con nuove percezioni; del nostro corpo, dello spazio attorno a noi, del tempo che ci attraversa. Un’esperienza eccezionale impossibile da ignorare. Bisognava affrontarla, in qualche modo, e rifletterci su. Meglio se insieme. Da questa esigenza è nato “Ad alta voce”,  seguito poi da  “A voci intrecciate”: tappe diverse di un unico progetto che si è sviluppato in questi lunghi mesi, fino ad oggi. 

Pre-covid si parlava di giornalismo al liceo Sereni di Luino: di come poter sfruttare certe peculiarità del giornalismo di inchiesta per informarsi senza accontentarsi di galleggiare sulla superficie delle cose. Allargare la visuale, approfondire. Farsi conquistare dalla curiosità, senza disdegnare la fatica che questo tipo di ricerca comporta. Uscire dalla classe armati di penna e taccuino, per osservare il mondo che sta fuori. Doveva essere un allenamento alla cittadinanza attiva. Questo doveva essere, ma poi è arrivata la pandemia.  

 E il progetto non ha potuto fare altro che cambiare rotta. Dal fuori al dentro. Perché fin da subito è apparso chiaro che l’eccezionalità di quanto stava succedendo avrebbe presto avuto bisogno di testimonianza e di memoria condivisa. Poteva dunque avere senso accompagnare i più giovani in questo nuovo percorso di scrittura. Per fissare pensieri ed episodi di vita, per riflettere insieme. Per riempire il tempo di senso e non semplicemente “aspettare che passi”. 

 All’inizio fu un tema. Un elaborato su scuola e pandemia. Da qui siamo partiti per capire che impugnare una penna o battere su una tastiera è un po’ come brandire un badile per scavare dentro di noi. Dal tema all’auto-narrazione per mettersi in gioco a prescindere dal giudizio del prof. Cercare di andare oltre le frasi fatte e le espressioni di circostanza. Soffermarsi sugli eventi che ci colpiscono e farne in qualche modo tesoro. Scrivere di sé per parlare anche agli altri. 

Il progetto così ha allargato i suoi confini. Durante il primo lockdown, entra in scena uno studente di cinema che la pandemia ha strappato dalla quotidianità di un master alla New York University. Lui registra volti e voci. I ragazzi leggono “Ad alta voce” i loro scritti chiusi nella solitudine delle loro camere.  Il testo si trasforma in colonna sonora di una serie di video che il web offre a chi vorrà.

 I mesi passano. In settembre la scuola riapre i battenti, ma a scarto ridotto. Modalità emergenziali come la Dad diventano routine, in una scuola trasformata negli spazi, governata dal distanziamento e dalle mascherine, dalla frequenza a metà.  Passano i mesi e il filo del racconto non si spezza. Passaggio di testimone.  Altri studenti si mettono in gioco. Prima con il lavoro di approfondimento e di confronto sugli elaborati e poi tessendo una nuova trama: anche qui la scrittura si trasforma in immagini con un nuovo video, ”A voci intrecciate”. 

 Un giorno del prossimo giugno, con distanziamento garantito e mascherine al seguito, la rete di voci e di storie delle ragazze e dei ragazzi del liceo di Luino che hanno scelto di esserci, subirà un’altra metamorfosi. Diventerà una installazione aerea, una raccolta di pensieri stesi al sole. Scelti tra quelli scritti, letti e registrati in tutti questi mesi. Messaggi ricopiati a mano su fogli di quaderno, che verranno appesi dai loro autori su una corda condivisa, nata dagli intrecci creativi di ognuno (lana, metallo, spago: cordone multicolore come le tante mani che lo hanno composto).  Pensieri come fazzoletti, tenuti su da una molletta di legno: scampoli cristallizzati di memoria, testimonianze asciutte e concrete da offrire a chi vorrà soffermarsi, anche solo per un attimo.  

Giulietta Raccanelli

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Giugno 2021
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