Abusi sessuali su un minore, condannato a 5 anni e 6 mesi don Mauro Galli, originario di Cislago
Leggermente ridotta la pena: in appello gli sono state riconosciute le attenuanti generiche. L'Arcidiocesi di Milano: "Don Galli resta sospeso da ogni incarico pastorale e non può esercitare pubblicamente il ministero sacerdotale"
È stato condannato anche in appello don Mauro Galli, 42 anni, sacerdote originario di Cislago. L’accusa è quella di aver abusato sessualmente su un ragazzino di 15 anni quando, nel 2011, era in servizio presso la parrocchia di Rozzano.
In primo grado il sacerdote era stato condannato a 6 anni e 4 mesi: in appello gli sono state riconosciute le attenuanti generiche, diminuendo così la pena a 5 anni e 6 mesi di reclusione .
Don Galli, che è stato sacerdote anche a Legnano, si è sempre professato innocente, ma ha risarcito con 100mila euro i famigliari del ragazzo.
I fatti risalgono al 2011, tra il 19 e il 20 dicembre quando il parroco avrebbe abusato del 15enne nella propria abitazione, dove il ragazzo aveva trascorso la notte “in vista delle attività di preghiera previste per il giorno successivo”. Nel 2012 l’allora 33enne, laureato in Chimica Farmaceutica, venne allontanato dalla parrocchia di San Pietro ufficialmente per continuare gli studi a Roma, decisione presa dall’Arcivescovo Angelo Scola.
IL COMMENTO DELL’ARCIDIOCESI DI MILANO
Oggi la Corte di Appello del Tribunale di Milano ha riformato parzialmente la sentenza emessa in primo grado nei confronti di don Mauro Galli, sacerdote della Diocesi ambrosiana, riducendo la pena a 5 anni e 6 mesi di reclusione e confermando la sussistenza del reato di abusi sessuali nei confronti di un minorenne.
Nel prendere atto della sentenza, l’Arcidiocesi di Milano conferma che don Galli resta sospeso da ogni incarico pastorale e non può esercitare pubblicamente il ministero sacerdotale. Per quanto riguarda il processo canonico, si è conclusa la valutazione da parte del Tribunale ecclesiastico regionale lombardo ed esso prosegue secondo le disposizioni date dalla Sede Apostolica.
In attesa di conoscere l’esito finale di questi procedimenti, l’Arcidiocesi desidera ancora una volta esprimere la propria vicinanza alla vittima, alla sua famiglia e a tutti coloro che hanno ingiustamente sofferto.
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