Bidoncini con chip e più ritiri, i Comuni Coinger dal 2022 partono con la sperimentazione

Sono ventidue i paesi nella zona delle colline tra Gallarate e Varese che passeranno al nuovo sistema: un anno di "prova", poi dal 2023 si va a regime. Ecco come funzionerà

Coinger

Dopo tre anni almeno di discussione e dialogo “animato”, i Comuni aderenti a Coinger sono pronti a partire con la raccolta puntuale: una sperimentazione che inizia nel 2022 e che porterà, dal 2023, al sistema della “tariffa di bacino”, con i bollettini gestiti direttamente da Coinger (l’immagine di apertura è generica e d’archivio).

Il sistema coinvolge 22 Comuni dell’ex consorzio: alla fine, dopo duro scontro, sono usciti tre Comuni (vale a dire Brunello, Carnago e Gazzada Schianno).

Mentre – seppur con tempistiche in parte diverse – aderiscono Albizzate, Azzate, Besnate, Bodio Lomnago, Buguggiate, Casale Litta, Castiglione Olona, Castronno, Cavaria con Premezzo, Cazzago Brabbia, Crosio della Valle, Daverio, Galliate Lombardo, Inarzo, Jerago con Orago, Morazzone, Mornago, Oggiona con Santo Stefano, Solbiate Arno, Sumirago, Vedano Olona, Venegono Inferiore.
«Dal 2022 partiamo con la misurazione sperimentale, con nuovo gestore che sarà individuato con un bando appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 giugno scorso» dice l’amministratore unico di Coinger Fabrizio Taricco.

La gara d’appalto per il gestore è già pubblicata in Gazzetta Ufficiale, la previsione è che si possa arrivare all’affidamento del servizio «a novembre», dice il presidente dell’assembea dei soci Giorgio Ginelli. Il gestore fornirà i materiali per la raccolta e si partirà «entro i primi mesi 2022» con la fase di misurazione: i cittadini pagheranno ancora la Tari al Comune, ma nel frattempo si inizia il lavoro di tracciamento della produzione dei rifiuti, che «sarà propedeutico a definire la tariffa».

Coinger verso la tariffa puntale di bacino. “Decisione democratica”

E soprattutto cambiano le modalità ed è questa la parte che più interessa i cittadini.

Dal 2023 nuove modalità di ritiro rifiuti nei Comuni Coinger

Il nuovo sistema prevede la misurazione con chip Rfid/Tag: ogni famiglia o azienda (dal 2023 o per alcuni Comuni dal 2026) pagherà solo per i rfiuti che produce. Quattro tipologie di rifiuti (vetro-alluminio, carta e cartone, umido e “indifferenziato”) saranno raccolti con bidoncini, mentre per la sola plastica rimarranno i sacchi.

«L’utenza dovrà usare esclusivamente l’attrezzatura fornita, senza il materiala adatto non sarà più possibile il ritiro» continua il direttore generale Paride Magnoni.

Andando nel dettaglio: per l’umido saranno forniti bidoncini con «tre tipologia di volumi», gli utenti potranno scegliere 10/20/30 litri (al posto dell’attuale bidoncino, taglia unica da 25 litri), con ritiro bisettimanale.

Per la raccolta di vetro e alluminio è previsto un bidoncino verde (da 25/30 litri) con ritiro settimanale, come già avviene oggi

Per carta e cartone ci sarà un bidoncino blu da 40 litri, dall’attuale ritiro quindicinale si passerà alla raccolta settimanale.

Per la raccolta della plastica è previsto il mantenimento dei sacchi gialli, ma con una novità: anche qui si passa dal ritiro ogni due settimane al ritiro settimanale.

Rimangono i rifiuti non differenziabili, l’attuale “sacco viola”: anche qui è previsto il passaggio al bidoncino. Ma in questo caso i ritiri diminuiscono, dal passaggio settimanale si va al passaggio quindicinale, nella previsione che invece aumenterà la quota di rifiuti differenziati.

Morazzone, dove la sperimentazione è già partita

In questo c’è già un dato certo, che si ricava dalla sperimentazione già avviata a Morazzone: qui i rifiuti che finiscono nell’indifferenziato sono diminuiti drasticamente. «Si è passati a 55 chili di rifiuti indifferenziati annui per abitante, contro una media di 90 chili tra gli altri Comuni del consorzio», spiega ancora Magnoni. Il direttore anticipa comunque che con l’avvio della fase di misurazione e alle nuove modalità da inizio 2022, anche negli altri Comuni saranno previste «soluzioni ad hoc per pannolini e pannoloni o esigenze particolari che prevedono un aumento temporaneo di produzione di rifiuti».

Morazzone in questi anni è sempre stata indicata come esempio positivo, di fronte ai dubbi di alcuni sindaci: la sperimentazione è partita mentre era sindaco Matteo Bianchi (Lega) ed è proseguito anche con la nuova amministrazione di Maurizio Mazzucchelli.

Da Morazzone è emerso anche un altro dato interessante, quello dell’evasione della Tari individuata grazie all’analisi della produzione dei rifiuti. «Abbiamo individuato un  10% di utenze che “non esistevano”» dice Valter Ghiringhelli, assessore al bilancio del paese e membro del Comitato di controllo analogo di Coinger. Persone che usavano sacchi non conformi per liberarsi comunque dei rifiuti, ma non solo: «Ad esempio persone che usavano i sacchi della fornitura famiglia per mettere i rifiuti prodotti in azienda».

Infine già la sperimentazione a Morazzone ha dato segnali favorevoli su un timore diffuso, che la tariffa puntuale porti ad un aumento dell’abbandono di rifiuti sulle strade e nei boschi. «A Morazzone non abbiamo visto aumento dell’abbandono».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 09 Luglio 2021
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