Dalla terra riemerge una stanza del 1200: dopo il Covid gli scavi di Castelseprio ripartono da qui
Dopo lo stop a causa del Covid, sono pronti a ripartire gli scavi archeologici a Castelseprio. Il primo gruppo sarà dell'Università Cattolica, guidato dal professore Marco Sannazaro, che proseguirà lo scavo su una stanza con un focolare del basso medioevo
La grande festa per il primo decennale dall’inserimento del sito di Castelseprio – Torba fra i beni Unesco non si ferma.
Soprintendenza e amministrazioni comunali avevano promesso che questo importante traguardo sarebbe stato un’ulteriore spinta per nuovi obiettivi. Ed ecco che, a partire dal mese di luglio, dopo lo stop imposto dalla pandemia, sono ricominciati gli scavi archeologici.
Ad annunciarlo è il sindaco seprese, Silvano Martelozzo: «Finalmente torneremo ad ospitare le università che, grazie all’impegno di studenti e professori, cercheranno testimonianze del passato di questi luoghi. Si alterneranno quattro atenei: l’Università Cattolica, l’Università di Chieti, l’Università di Padova e infine di nuovo l’ateneo milanese. Ciascun gruppo scaverà in un luogo ben preciso e avremo il piacere di ospitare per la notte gli studenti nei nostri edifici scolastici».
Alla celebrazione di venerdì 25 giugno era presente il docente Marco Sannazaro, professore ordinario di Archeologia cristiana e medievale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’UCSC e direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dello stesso Ateneo. Sannazaro e i suoi studenti, dopo due anni di interruzione del lavoro con gli scavi di Castelseprio – a causa del Covid – sono ora pronti a riprendere con il lavoro.
Da sinistra, il professor Alessandro Bona, Marco Sannazaro e il sindaco Silvano Martelozzo«Scaveremo in due punti precisi: da una parte abbiamo trovati tracce delle origini del Castro, della prima metà del sesto secolo, quindi di età precedente l’epoca longobarda. Nel borgo abbiamo invece gli scavi ci hanno portato ad un periodo successivo, per la precisione basso medievale».
«Negli scavi del 2019 abbiamo riconosciuto i muri perimetrali di una stanza, realizzata in pietra, con un focolare al centro dell’ambiente, dove evidentemente venivano preparati i cibi e che serviva per il riscaldamento. Quanto raccolto ci porta a pensare che si tratti delle ultime fasi di vita del castello, quindi all’epoca basso medievale, intorno al 1287 (quando viene conquistato da Ottone Visconti e la gente è costretta ad andar via, lasciando le case)».
Dopo l’arresto degli studi per colpa del Covid, gli scavi archeologici ripartiranno da qui: «Al nostro arrivo toglieremo i teli di copertura, riemergerà il pavimento, riemergeranno i muri e potremo valutare la presenza eventuale di altri ambienti (questa potrebbe infatti essere una stanza di un complesso più articolato). Approfondiremo inoltre la ricerca su questo vano per valutare eventuali preesistenze, quindi di età longobarda o ancora più antiche».
Sannazaro e il professor Alessandro Bona, che seguirà gli studenti, sperano nel coinvolgimento dei cittadini sepresi e non solo: «Sarà possibile visitare gli scavi – raccontano con entusiasmo – e organizzeremo momenti aperti al pubblico. Speriamo in una grande partecipazione».
In effetti, verranno studenti da tutta Italia per studiare il passato di Castelseprio: è bello pensare che chi vive in valle Olona scelga di conoscere meglio la storia di questo territorio.
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