I due anni di Comunità montana di Simone Castoldi: “Solo insieme ce l’abbiamo fatta”
Era il 22 luglio 2019 quando l’ente ritrovò un suo equilibrio che oggi viene portato avanti all’unanimità delle decisioni. “La priorità è lavorare per difendere il territorio”
Tre governi si sono susseguiti passati a Roma e i colori delle maggioranze si sono sposati con tutte le tonalità possibili della politica tanto da lasciare ora sulla tavolozza tutto – o quasi – il contenuto che può stare nelle tasche di un pittore.
Nel frattempo un ente di secondo livello sperduto nelle valli del Nord e visto spesso in maniera sfuocata – ma che ricopre ruoli importanti nella gestione del territorio – come la Comunità Montana compie due anni di percorso politico che laurea il suo presidente, Simone Castoldi, come apprendista stregone che ha saputo tenere dritta la barra della nave soprattutto durante il periodo della pandemia, sapendo giocare addirittura d’attacco.
Difatti lo si incontra sempre o quasi al centro vaccinale di Rancio Valcuvia, che è sì “casa sua“, ma come tutte le case, fonte di problemi costanti cui dare risposte. Ultimo in ordine di tempo, molto banalmente, il caldo eccessivo, sistemato a dovere con delle pompette vaporizzartici d’acqua che abbattono i gradi nella tensostruttura dell’esercito, di cui parlammo quando l’estate era ancora lontana, almeno per le tacche di mercurio ancora basse ma che ora è diventata canicola, col sole a picco di luglio. «Sì, sono passati esattamente due anni. Era il 22 luglio 2019 quando riuscimmo a trovare l’accordo e partì il nuovo corso», spiega Castoldi. «Rischiavamo il commissariamento. E ora siamo ancora qua».
Prima i veti incrociati che fecero traballare e cadere la giunta Piccolo, poi le dimissioni di Paglia, come si ricorderà portarono a una forte turbolenza fra i partiti sanata con un accordo che sta ancora in piedi e “supera“ la grossa coalizione romana dal momento che nella giunta sono rappresentate tutte o quasi le anime dell’emiciclo: dal Pd a Forza Italia, dalla Lega a Fratelli d’Italia oltre alle componenti civiche.
«Il risultato sta nelle decisioni, che vengono ora prese all’unanimità. Così facendo si riesce a dare seguito a ragionamenti ad ampio respiro per il territorio, grazie anche, devo dirlo, ad un direttivo all’altezza e molto ben preparato».
Qualche esempio? «Beh lunedì sera presenteremo uno studio importante, un grande lavoro svolto in questi mesi che analizza le potenzialità turistiche dell’intera area di Comunità Montana che non è solo sinonimo di Lago Maggiore ma comprende una enorme mole di ricchezze nascoste nelle valli e sulle nostre montagne», spiega Castoldi riferendosi al documento stilato dal Consorzio Irecoop Alto Adige Sudtirol, società che si occupa della formazione e dello sviluppo dell’economia in Trentino Alto Adige che costituisce un “Piano di Sviluppo turistico integrato“.
«Ma se penso a questi mesi passati la prima grande conquista penso sia il lavoro eccezionale che è stato fatto attorno all’hub vaccinale di Rancio Valcuvia, reso possibile grazie al lavoro dell’esercito e dei sanitari ma anche alle decine, centinaia di volontari provenienti da ogni parte della Comunità montana che hanno aiutato e lavorato senza sosta per accogliere migliaia e migliaia di persone» (l’ultimo rilevamento raccolto da Varesenews risale all’8 luglio scorso con oltre 90 mila somministrazioni, cui se ne devono aggiungere oltre mille al giorno fino ad oggi: è quindi verosimile parlare di oltre 100 mila vaccinazioni fra prime e seconde dosi da aprile ad oggi).
«E non c’è solo questo: i due anni passati hanno dovuto anche fare i conti con problematiche ampie che hanno riguardato tutto il territorio, e che hanno un nome: dissesto idrogeologico. Su questo tema abbiamo lavorato, anche con la pandemia, per cercare di fronteggiare quanto si è presentato: vorrei ricordare la tempesta di ottobre che ha colpito i boschi di Vararo, Casere e l’altro versante della Valcuvia. I problemi del dissesto a Piero, frazione di Curiglia con Monteviasco. Di oggi la notizia dell’inizio dei lavori di messa in sicurezza alle cascate di Ferrera di Varese. E i diversi interventi sul reticolo idrico minore che rappresentano una vera e propria sfida anche e soprattutto in termini di prevenzione coi fenomeni climatici in atto. Insomma la priorità, grazie all’impegno di tutti, è e rimane la difesa del nostro territorio».
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