Goletta dei Laghi e le criticità delle acque del Verbano: Luino e Laveno Mombello bocciate
Sono stati presentati questa mattina a Varese i risultati dei campionamenti effettuati nei giorni scorsi dai tecnici di Legambiente sulle acque del Lago Maggiore. Problemi anche a Germignaga e Brebbia
Sono stati sei i punti monitorati quest’anno dalla Goletta dei Laghi di Legambiente sulle sponde lombarde del Lago Maggiore e sottoposti ad analisi microbiologiche. Di questi quattro sono risultati fuori dai limiti di legge e più precisamente due sono stati giudicati come “fortemente inquinati” e altri due come “inquinati”. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva nei laghi.
È questa in sintesi la fotografia scattata nella seconda tappa lombarda lungo le sponde prima del Lago Ceresio e poi del Lago Maggiore da un team di tecnici e volontari di Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute dei bacini lacustri italiani. A parlarne, nel corso di una conferenza stampa tenuta stamane a Varese presso i Giardini Estensi davanti Villa Mirabello, Valentina Minazzi presidente di Legambiente Varese e vicepresidente di Legambiente Lombardia; Elisa Scocchera, portavoce di Goletta dei Laghi di Legambiente e Christian Aletti di Legambiente Varese e tecnico volontario per la Goletta.
Presenti anche Paolo Mazzucchelli, presidente di Alfa Srl, e l’assessore all’Ambiente del Comune di Varese Dino De Simone.
«Le situazioni più preoccupanti riguardano i centri abitati di Luino e Laveno Mombello, che presentano criticità anche oltre quelle che riusciamo a cogliere con la nostra fotografia annuale e che ci auguriamo possono essere al più presto avviati ad una soluzione – ha detto Valentina Minazzi – Ci piace sottolineare però anche la nota positiva: per la prima volta dopo 10 anni il torrente Acqua Negra è risultato entro i limiti, speriamo che questo non sia un caso fortuito ma che rappresenti il segnale che se vengono messe in campo azioni corrette è possibile raggiungere in fretta gli obiettivi di buona qualità di tutte le nostre acque».
«Il motto che sta accompagnando le Golette quest’anno è “Non ci fermeremo mai” – ha aggiunto Elisa Scocchera – La nostra missione contro illegalità, cementificazione, cattiva depurazione e inquinamento non consente infatti arretramenti di sorta di fronte alle reiterate aggressioni eco-criminali al nostro patrimonio e all’inerzia delle istituzioni. Alla base del nostro viaggio c’è una formula già sperimentata la scorsa estate che si è rivelata un valore aggiunto delle nostre campagne: il coinvolgimento di centinaia di volontarie e volontari che anche nel 2021 sono impegnati in prima persona nel campionamento delle acque sui territori. Una grandissima operazione di citizen science che difficilmente trova eguali per capillarità ed estensione».
Prima della conferenza stampa lo staff della Goletta dei Laghi ha incontrato i camminatori della Via Francisca del Lucomagno. I pellegrini stanno camminando da Lavena Ponte Tresa a Pavia, lungo una Via che fa dell’acqua il suo fil rouge (anzi blu!) e hanno preso parte con entusiasmo alla presentazione, ponendo domande circa lo stato di salute dei laghi.
Non solo: anche un gruppo di ragazzi dell’Isis Varese, presenti con alcuni professori ai Giardini Estensi e incuriositi da ciò che stava avvenendo, hanno voluto partecipare al momento divulgativo e saperne di più delle attività dell’associazione.
«È bene ricordare che il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali – hanno ribadito i responsabili di Legambiente – ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri laghi, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio Sos Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo lungo le sponde dei nostri laghi, rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano nei bacini lacustri. Il monitoraggio delle acque in questi due laghi lombardi è stato eseguito lo scorso 28 giugno».
I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.
Sul Lago Maggiore il giudizio di “fortemente inquinato” è stato assegnato al prelievo effettuato presso lo scarico sotto la terrazza di Piazza Garibaldi, a Luino centro, e al prelievo presso la foce del torrente Boesio, a Laveno, località Gaggetto, oltre i limiti da più di 10 anni. Il giudizio di “inquinato” è stato assegnato al prelievo effettuato presso il canale della spiaggia del lido comunale di Germignaga, e alla foce del torrente Bardello a Brebbia, oltre i limiti per il quinto anno consecutivo.
Entro i limiti sono risultati i prelievi alla foce del torrente Acqua Negra, per la prima volta dopo 10 anni, e Ispra e il nuovo campionamento effettuato presso la foce del torrente Lenza, a Sesto Calende.
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