Il nuovo inizio dell’ospedale unico Gallarate-Busto
Mercoledì 7 luglio consiglieri e amministrazioni si ritrovano insieme alla Regione. C'è un po' di tensione tra le due città e non è ancora chiaro quale sia davvero il progetto da realizzare nella zona verde tra i due abitati
Dell’ospedale unico Gallarate-Busto si è parlato molto nell’ultimo mese, ma almeno questa volta si parte da un dato certo: c’è un certo grado di ufficialità, in quel che Regione Lombardia porterà al tavolo della “supercommissione” che riunisce le due amministrazioni e molti consiglieri comunali delle due città coinvolte, Gallarate e Busto, appunto (nella foto di apertura: l’area verde tra le due città, dove è prevista la costruzione del nuovo polo ospedaliero).
La supercommissione è convocata in sala consiliare a Gallarate, senza pubblico, ma con possibilità di seguirla in streaming, spiega il presidente del Consiglio comunale Donato Lozito: sui banchi della giunta ci saranno i sindaci e i dirigenti di Regione Lombardia e Asst Valle Olona. I consiglieri comunali coinvolti – quasi una ventina di bustocchi, altrettanti gallaratesi – saranno sui due lati della sala, nella parte normalmente riservata al pubblico, per assicurare il distanziamento.
Di cosa si parla
Fin qui, di certo si è visto poco: soprattutto a Busto si è iniziato a parlare di “ospedale nuovo”, come prospettiva che vada oltre l’idea di ospedale unico e preveda la coesistenza con una qualche forma di presidio nelle aree centrali delle due città.
Ma di progetti, per ora non se ne vedono: «Prima di accelerare il processo del nuovo ospedale vogliamo certezze messe nero su bianco» ha sintetizzato il sindaco di Gallarate Andrea Cassani, che ha adottato progressivamente una linea via via più prudente – fin dalla convergenza bipartisan dell’autunno 2020 – incalzato anche dalle variegate opposizioni che hanno messo il tema al centro dell’agenda elettorale.
Nelle ultime settimane è iniziato ad emergere che c’è una linea di faglia – per così dire – che è tornata ad essere territoriale, pare, prima che di parte politica. Con Gallarate che quantomeno frena (sia il sindaco o siano le agguerrite – sul tema – opposizioni) e Busto che invece accelera (lato maggioranza, ma con una qualche apertura da parte del Pd).
L’ha riconosciuto anche l’ex sindaco di Busto Gigi Farioli, ben contento della «uscita dal cono d’ombra» del tema-ospedale, ma ora preoccupato dal riemergere di una contrapposizione territoriale: «Mi suona un po’ pericoloso l’evocare un anacronistico derby Busto-Gallarate, quasi che Busto ne possa trarre tutti i vantaggi e Gallarate sia costretta a rivendicare chissà quali garanzie».
Farioli ha toccato un altro nodo: le elezioni in vista, che sicuramente hanno un peso in questa vicenda, nell’una o nell’altra direzione. Senza contare che nel frattempo c’è chi ha iniziato a parlare di possibili consultazioni dirette dei cittadini, con una lista gallaratese (quella guidata da Massimo Gnocchi) che si è già presentata in piazza a raccogliere firme per chiedere un referendum a scala – almeno – comunale.
I dati certi
Fin qui son tutte prospettive, speculazioni, tattica. Però poi ci sono i fatti. E in vista della “supercommissione”, per ora sono solo due i punti certi, come richiamato anche dal Comitato contro l’ospedale unico: il primo è che l’unica ipotesi sul tavolo, quella dell‘accordo di programma, è scaduto a inizio 2020 e quindi – almeno fino a domani – non c’è ancora una nuova proposta formalizzata.
La seconda è che comunque Regione Lombardia si sta muovendo davvero per riaprire il percorso: ha a Busto la deroga al “dibattito pubblico”, previsto dalla Legge 50/2016, e l’ha ottenuto dal consiglio comunale, con voto del centrodestra e di Busto al Centro.
Il giorno prima a Gallarate Salvini aveva detto: «Pensiamoci bene». Resta da capire se qualcuno sta bluffando.
Mercoledì pomeriggio qualche elemento più certo ci sarà.
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