Italo-marocchina arrestata per offesa all’Islam, Tovaglieri (Lega) scrive a Borrell
L'eurodeputata di Busto Arsizio ha raccolto le adesioni di molti colleghi dello stesso partito ma anche di esponenti della sinistra come Pisapia e dei 5 Stelle: "L'alto rappresentante Ue intervenga"
«La Commissione europea si attivi con le autorità di Rabat per la liberazione della studentessa italo-marocchina (residente a Vimercate) arrestata lo scorso giugno in Marocco, dove si era recata per passare le vacanze con la famiglia d’origine, e dove è stata immediatamente condannata a tre anni di carcere per aver commentato in modo ironico una vignetta sul Corano, postata per brevissimo tempo su un noto social media nel 2019».
Lo chiede in una lettera al Vice Presidente della Commissione europea Josep Borrell l’eurodeputata Isabella Tovaglieri (Lega), membro della Commissione FEMM del Parlamento europeo, seguita da uno schieramento trasversale di europarlamentari, che spazia dal vice Presidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo (M5S), al capo delegazione della Lega al Parlamento europeo Marco Campomenosi fino all’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia (Pd), passando per Fratelli d’Italia con Carlo Fidanza e Nicola Procaccini, e per Forza Italia con Fulvio Martusciello e Salvatore De Meo. Tra gli altri firmatari della lettera, la pattuglia leghista composta da Simona Baldassarre, Alessandra Basso, Mara Bizzotto, Paolo Borchia, Susanna Ceccardi, Angelo Ciocca, Rosanna Conte, Gianantonio Da Re, Francesca Donato, Gianna Gancia, Oscar Lancini, Elena Lizzi, Alessandro Panza, Antonio Rinaldi, Silvia Sardone, Annalisa Tardino e Stefania Zambelli.
«Sollecitiamo il vice presidente Borrell, che ricopre anche la carica di Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza – scrive Tovaglieri – a mettere in campo ogni utile iniziativa che possa portare al rilascio della studentessa, per consentirle di tornare in Italia presso la sua famiglia o in Francia, dove svolge i suoi studi».
«Questa vicenda, caratterizzata da un provvedimento giudiziario abnorme e sproporzionato a carico di una giovane europea, non solo lede il diritto di espressione di una nostra concittadina, ma può creare anche un pericoloso precedente nelle relazioni con un Paese amico. L’Europa – conclude l’eurodeputata lombarda – non chiuda gli occhi su questi fatti gravi, che dimostrano quanto il fondamentalismo islamico rischi di permeare sempre di più le istituzioni di Paesi a noi vicini, con cui molti Stati dell’UE intrattengono relazioni politiche, economiche e culturali».
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