L’eterna lotta tra Luvinate e il maltempo: “Non riusciamo a finire i lavori che arriva una nuova tempesta”
Con 5 alluvioni in 4 anni Luvinate è l'emblema della lotta contro i sempre più frequenti disastri naturali. L'appello del Sindaco Boriani: "I fondi ci sono ma dobbiamo alleggerire la burocrazia"
Bastano una manciata di ore per trasformare il Tinella da un torrente impetuoso capace di strappare alberi, massi e invadere le strade ad un rigagnolo largo poco più di una spanna. A Luvinate lo sanno bene e questo piccolo comune sulle pendici del Campo dei Fiori sta diventando -suo malgrado- l’emblema del braccio di ferro con i disastri naturali e il cambiamento climatico. Una bomba che qui si è innescata da dopo il grande incendio del 2017 e che si cerca di disinnescare fermando acqua e detriti sulle pendici del monte, prima dell’ormai celebre imbuto di via San Vito.
«Questa vasca è un po’ la nostra tela di Penelope: la svuotiamo di giorno e la notte torna piena». È questa la metafora che viene in mente all’Ingegnere Alessandro Nicoloso mentre guarda lo sbarramento posto a monte del Sentiero 10 che ha il compito di fermare i detriti che arrivano con le piogge dalle valli più alti del Campo dei Fiori. «L’avevamo appena svuotata ed è già piena -dice-. Ma questo è un bene, perchè se no tutto questo materiale sarebbe arrivato in paese e oggi la conta dei danni sarebbe molto più grave. E per fortuna che abbiamo quasi finito la protezione dell’alveo appena sotto la diga».
Ed è proprio in quel quasi finito l’emblema della lotta di Luvinate, dove non si riescono a finire le opere di messa in sicurezza del territorio che la furia della natura prova a spazzare via tutto.
Nell’alveo del Tinella ormai la segnaletica arancione dei cantieri si mischia al marrone del fango. Era successo lo scorso settembre con la maxi alluvione che si è presentata a pochi giorni dalla chiusura del cantiere delle opere principali ed è successo nuovamente ieri, con il cemento di alcune opere che ancora doveva finire di asciugare. «Le opere funzionano, fermano i detriti e rallentano l’acqua, ma non hanno il tempo di consolidarsi e questo ci costringe ad intervenire costantemente» dice il sindaco Alessandro Boriani. Briglie, paratoie e vasche pensate per eventi che dovrebbero presentarsi una volta ogni decine di anni qui vanno manutenute e svuotate con cadenza quasi mensile, con costi elevatissimi e lavori senza fine. E la vasca/tela di Penelope è l’emblema di tutto questo: da quando è stata finita, nella primavera del 2020, è stata già svuotata una decina di volte. Migliaia di metri cubi di materiali fermati lassù, senza che nessuno a valle se ne accorgesse.
Un ritmo che davvero esula da ogni statistica e studio e che, proprio per questo, sta obbligando a nuovi interventi. Già ieri pomeriggio mentre le nuvole che hanno portato allagamenti in tante zone del Varesotto lasciavano il passo al sole, sul Campo dei Fiori non si è perso tempo e le ruspe sono tornate a muoversi per costruire una nuova vasca per la raccolta dei detriti che andrà quasi a raddoppiare la capacità di quella esistente già oggi.
E anche se per Luvinate i fondi per la messa in sicurezza riescono ad arrivare il vero problema sono i tempi. «Le pratiche burocratiche e i tempi per realizzare gli interventi sul Tinella sono gli stessi che si devono seguire per rifare un muro all’asilo e questo non ha nessun senso -dice Boriani mentre guarda le ruspe al lavoro per l’ennesima volta tra le strade del suo comune-. Anche andando veloci i fondi arrivati dopo l’alluvione di settembre sono diventati cantieri a maggio e non possiamo più permetterci di sprecare tutto questo tempo. Questa montagna sta mostrando tutte le sue fragilità e bisogna intervenire subito o con un cambio di normative oppure con la nomina di un commissario».
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La colpa è sempre del caso o di qualcun altro, vero?
Pensare di strutturare gli appalti in modo da lavorare su turni h.24 così da concludere presto e bene, no???
E’ così difficile o impossibile?
AI posteri l’ardua (?) sentenza
Bruno Paolillo
Certo, ma midica: costa di più la tela di Penelope e lavori che si protraggono sine die (con connesssi disagi, danni e immancabili lai ) o un cantiere che certamente costa, ma che finisca presto e bene i lavori appaltati?
Chi ha buone orecchie (i Cittadini) intenda…!!!
Bruno Paolillo
ha idea di cosa vuol dire strutturare un cantiere per il lavoro H24? lo sa che tremendo incremento di costi e difficoltà burocratico/operative ci sarebbe? per il bilancio di un piccolo comune sarebbe un salasso.