L’Università dell’Insubria dovrebbe ottenere 70 borse di specialità in più rispetto al 2020
Nella bozza del Ministero sulla distribuzione dei contratti per le scuole di specialità, l'ateneo varesino passerebbe da 163 a 230. Si rafforzano pediatria e terapia intensiva, contrazione per chirurgia
Le borse di specialità assegnate all’Università per il prossimo anno dovrebbero essere 230 quasi 70 in più rispetto allo scorso anno. In attesa del decreto ministeriale ufficiale, la nota ufficiosa assegna all’ateneo varesino 171 contratti statali a cui si aggiungono 59 posti finanziati dal PNRR ( lo scorso anno erano 163).
Si conferma, stando al documento, la scuola di specialità di pediatria che si rafforza ulteriormente passando dai 5 contratti del 2020 ai 7 statali di quest’anno a cui aggiungerne 3 con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si conferma la radiodiagnostica, scuola nata lo scorso anno e che mantiene i suoi 5 contratti a cui se ne aggiungono 2 dal PNRR.
Sul fronte delle specialità che la pandemia ha maggiormente coinvolto, l’Insubria potrebbe ampliare le sue borse di specialità in terapia intensiva e rianimazione passando da 22 a 24 statali a cui si aggiungono 14 finanziate dal PNRR mentre la medicina d’emergenza e urgenza passerebbe dalle 19 del 2020 a 17 statali e 6 da PNRR.
Sul fronte chirurgico si registra una contrazione delle quota di contratti per la chirurgia generale che passa dai 22 posti dell’anno scorso agli 11 statali a cui aggiungerne uno da PNRR. Cresce la ginecologia che dovrebbe passare dagli 11 contratti attuali a 12 più 4. In campo chirurgico si conterebbero anche 3 borse più una ( da PNRR) per la chirurgia plastica, 2 di quella toracica, 12 più 2 dell’ortopedia e 6 più 3 per l’otorinoraringoiatria.
Continuano a non avere scuola di specialità la cardio chirurgia e la neurochirurgia.
Il dettaglio dei contratti nella versione ufficiosa
Anatomia patologica 4 con fondi statali e 2 coperti da fondi PNRR
Terapia intensiva rianima 24 statali e 14 PNRR
Chirurgia generale 11 statali e 1 PNRR
Chirurgia plastica ricostruttiva 3 statali e 1 da PNRR
Chirurgia toracica 2 da fondi statali
Chirurgia vascolare 3 da statali e 2 da PNRR
Ematologia 1 contratto con PNRR
Farmacologia e tossicologia clinica 6 contratti statali e 1 da PNRR
Geriatria 7 statali e 1 da PNRR
Ginecologia 12 statali e 4 da PNRR
Igiene e medicina preventiva 3 statali e 1 da PNRR
Malattie apparato cardiovascolare 11 statali e 1 PNRR
Malattie apparato respiratorio 7 statali e 3 da PNRR
Medicina del Lavoro 7 statali e 1 PNRR
Medicina d’emergenza e urgenza 17 statali e 6 da PNRR
Medicina interna 17 statali e 6 PNRR
Medicina legale 3 da PNRR
Microbiologia e virologia 4 statali
Ortopedia e traumatologia 12 statali e 2 PNRR
Otorinolaringoiatria 6 statali e 3 PNRR
Patologia clinica 3 e 1 da PNRR
Pediatria 7 statali e 3 da PNRR
Radiodiagnostica 5 statali e 2 da PNRR
171 contratti da statali e 59 PNRR_ 230 contratti totali
A queste borse si sommano quelle certe, stanziate da Regione, che conferma le 9 finanziate già lo scorso anno: 1 borsa di studio per anestesia e rianimazione, 1 per chirurgia generale, 1 per chirurgia vascolare, 2 per ginecologia e ostetricia, 1 per malattie apparato respiratorio, 1 per medicina urgenza, 1 per medicina interna, 1 per ortopedia e traumatologia
La decisione del Ministero di incrementare concretamente il numero delle borse di specialità è stata giudicata positivamente da Federspecializzandi che, però, pone l’accento anche sulla qualità dei percorsi formativi in Italia: « Abbiamo più volte ribadito che il numero di 17.400 contratti è assolutamente positivo ed in grado di assorbire quasi totalmente l’imbuto formativo. Questo però non è sufficiente, poiché il rischio di una perdita formativa importante è concreto, se non si mette mano realmente alla formazione medico-specialistica, con una revisione completa del percorso in ogni suo aspetto. Quando si parla di formazione infatti, non si parla esclusivamente di numeri o di forma contrattuale, che rimane un punto cruciale da riformare e definire, ma si tratta anche di definire percorsi e luoghi della formazione che siano idonei a garantire standard qualitativi elevati».
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