Il PoliteAma rinasce e Chicco Colombo pensa a farne un centro per l’infanzia
Voci in platea | PoliteAma In/between è il nome di un progetto della Fondazione Molina. Intervista a Chicco Colombo del Teatro dei burattini
Voci in platea | PoliteAma In/between è il nome di un progetto della Fondazione Molina. Si lavorerà per aprire lo spazio del foyer alla città e la comunicazione avrà un ruolo centrale. Una serie di personaggi varesini racconteranno la loro relazione con il Politeama, la loro visione della cultura e tanto altro. È il turno di Chicco Colombo del Teatro dei burattini.
Che ricordo hai del Politeama?
«Per i ragazzi era un luogo dove si andava quando si bigiava. Io ero uno studente abbastanza corretto, ma ogni tanto soprattutto nel triennio è capitato. Non ho tanti altri ricordi e infatti entrandoci ora ho provato una gran meraviglia perché da fuori nessuno può immaginare quanto spazio c’è e quante possibilità può dare un posto così».
Che valore ha la cultura per una comunità?
«Oggi deve avere un respiro nuovo che alimenti una ripartenza che vada oltre il concetto di cultura generale. Dobbiamo guardare al futuro con occhi e un respiro nuovi. La pandemia ha bloccato tutto questo. Basterebbe guardare ai bambini».
Il tuo impegno per l’infanzia è di lunga data. Cosa si potrebbe fare per i bambini?
«Sono 43 anni che lavoro con l’infanzia. Mi sono fatto alcune idee su cosa fare del Politeama. Farei un centro per l’infanzia perché credo che se non ripartiamo seriamente da qui i futuri cittadini di Varese non saranno migliori di quelli che siamo oggi. Ci sono tanti luoghi dove si fa cultura e per questo dedicherei il Politeama a questo tema specifico come ce ne sono in diverse città in Italia. In questo centro si può partire dal teatro. In città servono due strutture: una da 1200 posti e uno da 400-500 posti. Servirebbe una biblioteca e una ludoteca ragazzi. Poi spazi laboratoriali e anche commerciali di qualità sempre dedicati all’infanzia».

Il Molina ha lanciato un progetto per iniziare a sistemare il foyer e per questo chiede un aiuto alla città. Come vede questa proposta?
«È molto interessante questa idea perché riproporre i valori che fanno incontrare le persone è molto positivo. Il foyer potrebbe essere lo spazio laboratoriale di cui parlavo prima. Può essere pensato già ora per dare spazio ai bambini e ai temi legati a loro. Possiamo fare qualcosa che possa uscire da qui».
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