Protesta dei lavoratori Coop a Busto: “L’azienda ci fa pagare il parcheggio”

La protesta dei lavoratori del punto vendita bustocco e dei supermercati di Laveno e Ponte Tresa. "Lo abbiamo scoperto dagli operai che installavano le colonnine"

sindacato

I lavoratori dei supermercati Coop in agitazione, dopo che l’azienda ha deciso di far pagare il parcheggio ai dipendenti, introducendo poi un sistema di pass che secondo dipendenti e sindacato non è sufficiente a limitare i disagi.

La questione riguarda tre punti vendita di Coop Lombardia: Busto Arsizio, Ponte Tresa e (anche se il sistema a pagamento non è ancora scattato) Laveno Mombello.

«L’azienda dovrebbe garantire il parcheggio gratuito, così come fa con i clienti» dice Livio Muratori, della Filcams Cgil. «Oltretutto la maggior parte dei dipendenti sono anche soci Coop, è quasi paradossale».

Il presidio è stato convocato a Busto Arsizio, davanti al nuovissimo supermercato Coop aperto da pochi mesi. Un punto vendita “vetrina”, dicono i sindacalisti e i lavoratori, anche perché di Busto risiede Daniele Ferrè, presidente di Coop Lombardia.
«Infatti dopo che è stato dichiarato il presidio qui a Busto l’azienda si è affrettata a fare una proposta». Proposta che secondo il sindacato non è comunque sufficiente: «Stanno distribuendo dei pass, 25, ma sono inferiore al numero di lavoratori» dice Laura Giannessi, della Filcams.

«Anche a Ponte Tresa da 10 pass si è passati a 15, ma sono comunque insufficienti» continua Giannessi, che segue in particolare i punti vendita del Nord della provincia. «Nel negozio di Ponte Tresa i lavoratori si stanno pagando il parcheggio da novembre. L’alternativa è l’abbonamento è 30 euro mensile, che ad esempio a fronte di 800-900 euro di stipendio per un part time incidono comunque in maniera significativa».

Ma perché i pass non sono sufficienti? Il numero di pass è inferiore al numero totale dei lavoratori e non sono nominali. «Il sistema è macchinoso, il lavoratore deve arrivare in sede, recuperare il pass, recuperare l’auto, parcheggiare, poi dopo il turno di lavoro uscire e restituire nuovamente il pass». La questione tocca 50 lavoratori a Busto Arsizio viale Duca D’Aosta, 43 a Ponte Tresa, 35 a Laveno (dove il parcheggio è in attesa di consegna ma dove sarebbe già pronto il sistema di pagamento).

Dipendenti e sindacato denunciano anche la poca chiarezza con cui è stata gestione la questione: «I lavoratori non hanno saputo neppure saputo dall’azienda, ma dalla società che ha gestione parcheggio dagli operai che installavano le colonnnine»

C’è una certa agitazione, in Coop, che ha trovato forma proprio su questa vicenda dei parcheggi ma per certi versi è più ampia.
«L’iniziativa non certo è giustificata da un bilancio in perdita, ma è deprecabile anche dal punto di vista dei princìpi cooperativi» denuncia Matteo Tibaldo, funzionario Filcams

«Questa decisione sui parcheggi arriva dopo un anno e mezzo di Covid, in cui i lavoratori hanno garantito al meglio il servizio e dopo che l’azienda (da inizio 2020) ha cancellato l’integrativo, a fronte di un utile a bilancio di 6 milioni di euro» aggiunge Giannessi.

Infine il sindacato richiama anche un elemento più ampio e collettivo: «Al netto del comportamento di Coop, è sbagliato in linea generale il principio di far pagare il parcheggio ai dipendenti» conclude Tibaldo. «In ogni contesto ma tanto più in un’azienda cooperativa»

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 28 Luglio 2021
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