“D’accordo con il sindaco sull’accoglienza dei profughi afghani a Saronno. Si passi ai fatti”
La Società della cura del Saronnese, l'Università delle migrazioni, Liberazioni film festival e Attac Saronno plaudono alla proposta del sindaco e si mettono a disposizione per concretizzarla insieme all'Amministrazione
Quattro associazioni plaudono alla disponibilità dell’Amministrazione comunale di Saronno all’accoglienza di una famiglia di profughi afghani in città e offrono la propria competenza per concretizzare questa proposta nel modo migliore.
«Apprendiamo con soddisfazione che l’amministrazione comunale di Saronno ha l’intenzione di accogliere in città una famiglia di rifugiati afghani e che l’abbia tempestivamente comunicato al prefetto attraverso il sindaco Airoldi – scrive Roberto Guaglianone a nome della Società della cura del Saronnese, dell’Università delle migrazioni, di Liberazioni film festival e Attac Saronno – Questo intendimento rispecchia perfettamente lo spirito e la lettera della richiesta avanzata dalle nostre organizzazioni nell’imminenza del disastro in cui 20 anni di occupazione militare occidentale (italiana inclusa) hanno gettato il Paese asiatico, con il suo carico di vite umane perse, fuggitive o consegnate nelle mani di un regime islamofascista».
Ora, dicono, si tratta di passare dalle parole ai fatti: «La convulsa situazione di qualche giorno fa, anche sul versante dei ponti aerei verso l’Italia, verrà superata in queste ore per la cessazione degli invii di rifugiati al nostro Paese. Il governo italiano ha fatto sapere che dovranno essere ospitati in strutture del Sai (il sistema nazionale di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati) o in Centri di accoglienza straordinaria. Saronno ha avuto, in un passato recente, sia l’esperienza del Sai (che allora si chiamava Sprar, proprio con l’accoglienza di una famiglia in città) sia quella del Cas, presso l’abitazione del Prevosto don Armando Cattaneo, che in questi giorni si trasferisce e che salutiamo; ed ha sperimentato l’accoglienza di una famiglia siriana, tuttora in corso, al Villaggio Sos. A Saronno l’accoglienza diffusa è già realtà e va solamente ampliata. Ci pare quindi che esistano tutte le possibilità per costruire un progetto serio di accoglienza e integrazione sul territorio per questi nuovi cittadini e per dare un segnale chiaro che non solo questi percorsi sono possibili, ma possono anche diventare fonte di crescita – innanzitutto culturale – per la nostra comunità».
Un progetto che, sottolineano le quattro associazioni, sarà tanto più efficace, quanto più riuscirà a coinvolgere non soltanto gli addetti ai lavori, i professionisti dell’accoglienza integrata molto validi presenti a Saronno, ma anche le cittadine e i cittadini che vorranno partecipare direttamente al percorso verso l’autonomia delle persone in arrivo in un territorio a loro sconosciuto fino a poco tempo fa.
«Per parte nostra – conclude Guaglianone – offriamo all’amministrazione comunale la nostra disponibilità e competenza per una costruzione partecipata di questa accoglienza sin dai suoi primi passi istituzionali, chiedendo di sederci entro breve intorno ad un tavolo per affrontare l’argomento nella sua concretezza e trovare soluzioni condivise».
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