Fonti d’acqua potabili, quando si può bere senza pericoli?
L’acqua è la risorsa più preziosa e al tempo stesso più diffusa che il nostro pianeta ci mette a disposizione, ma a volte può essere molto più pericolosa di quel che immaginiamo
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L’acqua è la risorsa più preziosa e al tempo stesso più diffusa che il nostro pianeta ci mette a disposizione, ma a volte può essere molto più pericolosa di quel che immaginiamo. In altri casi, invece, è semplicemente non potabile: come l’acqua salata del mare. Sono molteplici le fonti d’acqua, artificiali o naturali che siano, non potabile: ovviamente è opportuno che nei luoghi pubblici siano segnalate in modo accurato.
Gli enti principali
Per sgomberare il campo da ogni equivoco, l’acqua che esce dal rubinetto di casa, se proviene da un acquedotto pubblico, è potabile: il che vuol dire che è sicura e può essere consumata senza che si corrano rischi. Non solo bevuta, dunque, ma anche destinata a tutti gli altri utilizzi domestici. Ciò avviene perché l’acqua subisce un processo di potabilizzazione, oltre a vari controlli effettuati dalla Asl, che è l’ente di controllo competente, e dal gestore del servizio idrico integrato. Così, è possibile controllare che i requisiti di potabilità siano rispettati in base alla normativa in vigore. Il gestore del servizio idrico è il primo ente responsabile per i controlli di qualità, e si occupa delle verifiche nei fontanelli pubblici, nei serbatoi, negli impianti di potabilizzazione e nelle fonti di approvvigionamento.
Acqua potabile: sì o no?
Non si deve commettere lo sbaglio di pensare che l’acqua presente in natura, solo perché localizzata in un contesto lontano da industrie e in apparenza selvaggio, sia sicura. L’acqua di un ruscello di montagna, per esempio, potrebbe essere contaminata da batteri portati dagli animali. Per questo motivo è utile conoscere le caratteristiche che l’acqua deve avere per risultare potabile e poter essere bevuta. Insomma, quando l’acqua è potabile? In passato essa veniva considerata tale se era incolore, insapore, inodore, limpida e innocua, vale a dire senza sostanze chimiche pericolose per l’uomo e senza microrganismi patogeni. Con il tempo, poi, le norme si sono evolute in parallelo con lo sviluppo delle conoscenze nel settore scientifico. Oggi il settore delle acque potabili è disciplinato dal D. Lgs. n. 31 del 2001, che per altro indica i parametri analitici che un’acqua deve rispettare.
La disciplina normativa
Il decreto in questione indica le varie tipologie di acque che possono essere destinate al consumo umano, ma anche i controlli esterni e interni che devono assicurare che le acque rispettino i requisiti, con riferimento in particolare alla qualità dei materiali, delle attrezzature e del trattamento.
Le caratteristiche dell’acqua
Un’acqua che è destinata al consumo umano può essere sottoposta a varie tipologie di analisi che riguardano aspetti differenti: per esempio, la durezza, la conducibilità e l’alcalinità. La durezza rappresenta il contenuto di sali di calcio e di magnesio; la conducibilità corrisponde al contenuto di sali che sono disciolti in acqua; l’alcalinità, infine, equivale alla cosiddetta capacità tampone, vale a dire alla capacità dell’acqua di resistere alle variazioni di pH. Molto importante è anche il residuo fisso, costituito dalla quantità di sostanza solida secca che resta in seguito all’evaporazione di una certa quantità di acqua.
L’acqua del rubinetto
L’acqua che esce dal rubinetto è sana e può essere bevuta senza pericoli: non a caso può prendere il posto dell’acqua minerale che si trova in vendita nelle classiche bottiglie di vetro o di plastica. Questo garantisce un risparmio più che consistente dal punto di vista economico, e al contempo fa bene all’ambiente, perché riduce la produzione di rifiuti e al tempo stesso l’inquinamento per il trasporto. Come dire: chi beve l’acqua dal rubinetto fa un favore all’ambiente. Certo, poi non è detto che l’acqua di casa abbia sempre un bell’aspetto o un buon sapore: ma a questo si può rimediare con l’aiuto di un depuratore domestico: Acqualife permette a chi lo desidera di installare un depuratore d’acqua in casa propria. Con un dispositivo di questo tipo si ha la certezza di privare l’acqua fino al 99.9% di tutte le impurità e di tutte le sostanze indesiderate. I depuratori a osmosi inversa sono tra i più diffusi, ma sul mercato si possono trovare anche altri modelli: la scelta è ampia. La manutenzione richiesta è minima, occorre la sostituzione dei filtri acqua a intervalli regolati, ovviamente svolta sempre da personale esperto.
Come consumare l’acqua del rubinetto
L’acqua del rubinetto non dovrebbe essere conservata per più di un giorno: insomma, meglio prelevarla e berla subito, o comunque nel giro di poche ore. La caraffa in cui si mette l’acqua dovrebbe essere sciacquata al termine di ogni utilizzo. A proposito: è ideale una caraffa in vetro, eventualmente coperta con un po’ di pellicola trasparente per alimenti se lasciata in frigo a raffreddare. Se il rubinetto della cucina è rimasto chiuso per un po’, conviene far scorrere l’acqua fresca per qualche istante.
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