Sanitari sospesi: i sindacati chiedono di conoscere le ripercussioni sul lavoro
Il delegato RSU Fials della Sette Laghi spiega che l'azienda non ha fornito numeri e indicazioni sulle sospensioni che portano ricadute sull'organizzazione del lavoro

Le lettere di sospensione stanno arrivando. Alla spicciolata, alla fine di un percorso avviato tempo fa da Ats Insubria di verifica, confronto e riscontro. Questa settimana, in pieno agosto, con un piano ferie organizzato e preparato da tempo, la sospensione di alcuni dipendenti sta creando qualche problema organizzativo all’interno delle aziende ospedaliere.
La fotografia completa di quello che sta avvenendo non è chiara: « Abbiamo chiesto all’Asst Sette Laghi di avere i numeri precisi dei dipendenti a cui arriverà la sospensione – spiega il delegato RSU della Fials Francesco Tucci – ai tavoli negoziali dei mesi scorsi, abbiamo sempre posto il tema della riorganizzazione. A oggi, però, non abbiamo avuto alcuna risposta su quanti siano i dipendenti interessati dal provvedimento di sospensione, di quali reparti e quali conseguenze per gli altri lavoratori. Sappiamo solo che l’azienda ha deciso di non spostare questi dipendenti in incarichi senza contatto con il pubblico».
Dopo mesi di annunci e pressioni, il lavoro di ricerca e verifica si è compiuto. Ats Insubria ha annunciato che sono circa 300 gli operatori sanitari che verranno raggiunti da sospensioni. Nessun dettaglio in più circa ruolo e tipo di incarico.
Indiscrezioni segnalano problemi in alcuni servizi degli ospedali in provincia ( non relativi all’urgenza-emergenza) dove si concentrerebbe il maggior numero di operatori non vaccinati. Il sindacato preme per avere una fotografia precisa così come insiste perché chi si ravvede e sceglie il vaccino non debba attendere i tempi burocratici per rientrare al lavoro: « È stato previsto un canale prioritario per ottenere il vaccino -. spiega Tucci – il certificato che si ottiene dovrebbe essere sufficiente per il reintegro, senza attender l’iter burocratico di ATS e la comunicazione al datore di lavoro».
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