Don Antonio Mazzi presenta il suo libro “Ecco l’uomo” a Comerio
Appuntamento per l'1 ottobre, alle ore 20,45, nell’ambito della festa patronale, al salone polivalente d
Venerdì 1 ottobre, alle ore 20,45, nell’ambito della festa patronale, al salone polivalente di Comerio, don Antonio Mazzi presenterà il libro “Ecco l’uomo”, realizzato in collaborazione con 4Exodus, la cooperativa sociale, nata dalla sua volontà nel 2010 a Villadosia. Saranno presenti il giornalista Silvestro Pascarella, che ha curato i testi, e Davide Caforio, autore delle fotografie.
“Non sfogliatelo in fretta questo straordinario documento fotografico che state per leggere. Fate il possibile che ogni fotografia vi parli”. Così scrive don Antonio nell’introduzione al libro, preparando a una lettura e a una visione che tocca le nostre coscienze in profondità.
Non illustra un mondo lontano, ma una realtà della nostra provincia che riguarda persone tenute ai margini della società, rom, profughi, clochard. Senza entrare nel merito delle polemiche e dei vari appellativi a loro assegnati, c’è un dato di fondo: si tratta di uomini, donne e molti bambini che hanno una loro dignità, insita nel loro stesso essere al mondo. Sarà una serata in cui le parole scorreranno con le proiezioni.
Il sottotitolo “I poveri ci facilitano l’accesso al cielo”, tweet di Papa Francesco, del 17 novembre 2019, può essere considerato il logo di questa “operazione” umanitaria. “A me dopo averlo sfogliato -sottolinea don Mazzi- infinite emozioni hanno attraversato il mio cuore. Perché qui dentro c’è poesia, dolore, tragedia, marciapiedi, violini, scarpe che hanno macinato chilometri e chilometri, facce incartapecorite di poveri tra cartoni, mani rattrappite della vecchia più vecchia del pavimento della stazione, e della ragazza con metà denti e il viso sfregiato, e insieme, non so come, la potenza artistica, spirituale, scenografica, sociale che solo pochi uomini sono riusciti a descrivere”.
“Ci sono volte in cui ha meglio lo sconforto, il pessimismo, la rassegnazione. Sono le volte in cui si può cadere – scrive Pascarella- Cioè finire dentro quelle che oggi chiamano dipendenze. Alzi la mano chi non c’è cascato. Questi sistemi servono a riempire un vuoto ognuno ha il proprio- ma non riescono nel loro intento, se non provvisoriamente. Serve qualcuno che abbia una risposta sincera e forte in grado di sciogliere quel nodo che ci trascina verso il baratro”.
Quarant’anni fa è iniziato il percorso di don Mazzi di recupero dei ragazzi tossicodipendenti. Ora Exodus, nei centri diffusi in Italia, si prende cura di novecento persone che vogliono uscire dalle dipendenze. A Villadosia in una cascina ristrutturata, venti persone, insieme agli educatori, seguono il loro percorso di cadute e risalite. Un grande esempio di sfida umana.
Per l’emergenza sanitaria COVID-19, durante la serata saranno osservate tutte le procedure e prescrizioni ministeriali per garantire la massima sicurezza del pubblico.
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