Cosa c’è di buono nel nostro territorio? Fra cave e trekking a Saltrio si scoprono i dinosauri
Una camminata facile che ci permette di viaggiare nel tempo fra dinosauri, cave e le tracce della prima guerra mondiale
Esiste un luogo a cavallo fra Italia e Svizzera, fra la provincia di Varese e il Canton Ticino, che è considerato in assoluto la miglior testimonianza al mondo della storia geo-paleontologica in ambiente marino risalente a 247-235 milioni di anni fa e che, attraverso le migliaia di fossili rinvenuti nelle sue rocce negli ultimi due secoli, ha permesso di studiare in dettaglio l’evoluzione di molti gruppi di organismi marini. E’ il comprensorio del Monte San Giorgio, patrimonio dell’Umanità.
Il versante Svizzero è entrato nella lista del beni UNESCO nel 2003, seguito da quello italiano nel 2010, completando così il riconoscimento di quello che da oltre 160 anni è l’unico comprensorio paleontologico transnazionale di tale importanza: “La sequenza fossilifera del Monte San Giorgio è riconosciuta come la migliore al mondo in particolare per lo studio dei vertebrati marini del Triassico Medio. Essa ci dice che l’ambiente a quel tempo era quello di una complessa laguna tropicale profonda qualche decina di metri, compresa tra ampie piattaforme carbonatiche coperte da pochi metri d’acqua, e il mare aperto”, si legge sul sito ufficiale dei beni UNESCO della nostra provincia.
Saltrio: fra cave e dinosauri
All’interno del lato italiano del comprensiorio del Monte San Giorgio, nel Comune di Saltrio, si trova la cava “La Brusata”, aperta al pubblico dal 2019 dopo essere stata recuperata con un grande lavoro dai volontari dell’associazione Amo – Amici del Monte Orsa.
Ma molto tempo prima che qui vi fossero gli uomini e le loro opere, “solo” 200 milioni di anni fa, a Saltrio passeggiavano i re indiscussi del tempo: i dinosauri. E, come si diceva, fra i boschi e le rocce del Monte San Giorgio sono stati molti gli esemplari ritrovati. Uno fra tutti è il Saltriovenator, “Saltriosauro” per gli amici, un reperto preziosissimo rinvenuto nel territorio comunale negli anni ’90.
La storia della Cava
Attiva fin dal 1400, la cava “La Brusata” di Saltrio ha fornito la “pietra grigia” che è andata ad ornare i più importanti monumenti italiani e del mondo, tra cui alcune colonne del Duomo di Milano, della Mole Antonelliana a Torino e della Cattedrale di Lugano. I massi estratti venivano portati ai laboratori nel sottostante paese di Saltrio su dei carri appositamente costruiti trascinati da buoi e qui trasformati dalle abili mani di artisti della pietra in colonne, capitelli, acquasantiere, altari e portali. Si stima che verso la fine del 1800 le numerose cave della zona dessero lavoro a circa 500 persone.
Oggi sul sito sono presenti ampi spazi che permettono di vedere da varie angolazioni la bellezza e la magnificenza di questo luogo, i numerosi muretti a secco contenitivi, che arrivano a superare i 100 metri lineari di lunghezza e che formano due balconi di una bellezza unica nel loro genere, messi in sicurezza da staccionate realizzate con pali di castagni caduti recuperati nel bosco. Presente un antico argano in castagno della lunghezza di oltre 4 metri e un crocefisso scolpito in un tronco di legno di notevole fattura realizzato da un artista locale.
La storia del Saltriovenator, per gli amici il “Saltriosauro”: dinosauro da record!
Davvero un numero uno, il “nostro” Saltriosauro. Pochi infatti sanno che proprio qui, nell’alto varesotto al confine con la Svizzera, è stato rinvenuto il più grande dinosauro mai ritrovato in Italia. Alto 3,5 metri e lungo fino a 8 metri, questo bel lucertolone preistorico si stima anche sia uno dei primi predatori di terraferma ad aver raggiunto dimensioni così imponenti. I suoi “soci” e contemporanei ritrovati in Cina e Nord America (dei dilofosauridi) sono decisamente più piccoli. E’ stato rinvenuto nel 1996 proprio nella cava di Saltrio, a cui deve ovviamente il nome. Al momento, prosegue il suo millenario riposo presso il Museo di Storia Naturale di Milano.
La passeggiata: Saltrio cimitero (560 m s.l. m.) – Cava la Brusata – Monte Croce
Per ripercorrere i passi del Saltriosauro si parte dal cimitero di Saltrio e si sale per Via Cave o Via Manzoni, sita accanto alla chiesa dove è anche presente un comodo e ampio parcheggio per lasciare l’auto. Al primo bivio si prosegue dritti e si imbocca il sentiero che sale, attraverso il bosco, alla cava: è segnalato. Si incontra una sbarra, la si supera per trovarsi poco dopo ad un altro bivio. Qui potete prendere entrambe le diramazioni (anche i tempi di percorrenza sono identici), solo uno leggermente più ripido dell’altro.
Proseguendo in salita si incontra la Linea Cadorna e subito dopo un piccolo ponticello dietro cui si erge il Monte Croce, dove potete raggiungere il punto panoramico entrando nel cunicolo (munitevi di torcia!) oppure aggirandolo esternamente. A questo punto la scelta sarà vostra: proseguire lungo la strada asfaltata che porta al Monte Sant’Elia, Monte Orsa, Monte Pravello e alla loro fitta rete di sentieri, oppure imboccare il sentiero che parte dalla cava e vi permette di rientrare al punto di partenza da una strada diversa rispetto a quella intrapresa in andata.
L’alternativa da Viggiù – Si può salire anche da Viggiù con circa 30 minuti di cammino, arrivando in auto fino al parcheggio del Monte Sant’Elia, dove si lascia la macchina e si prende la strada che porta al Monte Croce. Sul percorso è indicata la deviazione per la cava.
Arrivare a Saltrio
Automezzi: Linea N05 Autolinee Varesine
In auto: Potete impostare il navigatore per Via Alessandro Manzoni, 15, 21050 Saltrio VA
Vicino al percorso:
TIGROS DI SALTRIO
Via Crotto, 23, 21050 Saltrio VA
0332 487527
Aperto tutti i giorni dalle 8:00 alle 20:00
Domenica dalle 8:30
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