La pandemia nella scultura. In mostra a Busto Arsizio le opere di Lavazza
Lo scultore bustocco espone negli spazi della Galleria Boragno di via Milano le nuove opere nate nell'ultimo anno e mezzo ma l'amore vince sempre sulla morte
Le nuove opere di Carlo Romano Lavazza saranno esposte da sabato 2 ottobre a sabato 9 ottobre 2021
in Galleria Boragno, via Milano 4, Busto Arsizio. L’inaugurazione si terrà sabato 2 alle ore 18 durante la quale lo scultore dialogherà con Francesca Boragno sull’arte durante la pandemia
Paragonato a Giacomo Manzù e Francesco Messina, l’artista bustocco, classe 1937, ha frequentato l’Accademia di Brera e lo studio dello scultore Nicola Gagliardi, che ha restaurato la statua di Alberto da Giussano a Legnano e quelle del Duomo di Milano. Carlo Romano Lavazza è stato protagonista di diverse mostre personali ad Appiano Gentile, Arona, Bardolino, Firenze, Milano, Modena e Busto Arsizio e ha vinto diversi premi.
La mostra
Ciò che caratterizza questa personale di Carlo Romano Lavazza è la tensione alla libertà che si esprime nelle ultime opere, in cui i corpi sembrano intrappolati dalla materia. Rappresentano l’anelito alla vitalità durante la pandemia, espressione di energia creatrice e rigeneratrice. Le bocche sono coperte dalle maschere, i sorrisi dissolti nel viso. Eros è sopraffatto da Thanatos.
Eros – così presente nelle sculture precedenti nelle forme di donne opulente, nelle dee madri – è simboleggiato nella terracotta: un elemento che riporta alla Terra e alla sua fertilità.
Thanatos è simboleggiato nei blocchi di cemento grigio, come costruzione di un mondo malato, inquinato, violento verso la natura. Labbra che non possono più baciare, braccia che non possono unirsi, gambe che tentano una via di fuga. La drammaticità e la potenza si avvertono anche nelle figure immobili, chiuse nel dolore e senza possibilità di respirare o in paziente attesa di guarigione. Sono opere silenziose. Con il dono di rendere universale un grido di speranza. La testa è libera e tesa. L’artista esprime così la tensione del momento, il sogno di fermare la malattia e rinascere liberi.
Queste ultime, emozionanti sculture, piccole ma di grande potenza, si contrappongono alle altre opere d’arte qui esposte (una trentina) che segnano la lunga ricerca di Carlo Romano Lavazza, attraverso forme e percorsi di esplorazione dalle tecniche pittoriche classiche ai quadri nel solco dell’informale, dalla fusione in bronzo, talvolta lucidato, all’accostamento di più elementi.
Il critico d’arte e l’artista
Ha detto di lui il critico Carlo Franza: “E’ pervaso da una sorta di febbre interna che è segno d’inquietudine, di volontà di vivere, di rinnovamento della scultura, unita a espressione e tecnica eccezionale. Energia e vitalità, bellezza e classicità, ma anche dramma e romanticismo, sentimento e trepidazione: i corpi di Carlo Romano Lavazza evidenziano un aspetto o un elemento, si pongono vitalmente in essere nella loro esistenza giornaliera, di congiunzione, di gioco, di maternità. Alcune sculture si presentano come scorci attraverso una materia non finita né levigata di incredibile bellezza”.
Ha detto di sé Carlo Romano Lavazza: «Vorrei che le mie sculture non avessero titoli. Ma si potessero solo guardare, toccare e pensare come ciascuno crede. Non sono oggetti di spiegazioni.
Nascono da momenti e sensazioni personali. Ho plasmato la creta, la cera, il bronzo. E questo è ciò che è nato dalle mie mani». Ingresso libero.
Orari di apertura:
da martedì a venerdì 16-18.30
sabato e domenica 10.30-12.30 / 15.30-18.30
lunedì chiuso
eventi@bustolibri.net
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