La ripresa era già negli sguardi degli imprenditori durante la pandemia

La scorsa primavera Cna pubblicava il libro fotografico "Imprese italiane contro Covid 19". Gli imprenditori erano nelle loro aziende a presidiare una speranza

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Che cosa resterà della pandemia da Covid 19 nella memoria collettiva? E quali immagini potrebbero rappresentare al meglio, accanto alla solitudine fisica, quel senso di speranza che ha permesso agli imprenditori, soprattutto i micro e i piccoli, di continuare a vedere un futuro dopo la seconda ondata di contagi?

C’è un bel progetto, realizzato all’inizio della primavera scorsa da Cna Torino, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Toscana, che ha portato alla pubblicazione del volume “Imprese italiane contro Covid-19”. Immagini scattate durante la fase acuta della pandemia da un gruppo di fotografi iscritti all’associazione di categoria. Sedici professionisti che, con i loro obiettivi, si sono messi sulle tracce della speranza, girando per fabbriche e laboratori artigiani, per testimoniare la caparbia resistenza delle aziende quando tutto era fermo.

Le piazze erano deserte, così come le stazioni e i mercati. Non lo erano però le imprese. Assistite, accudite e tenute in vita, come si fa con una creatura cara, dai loro titolari. Un insieme di sentimenti ed emozioni che si potevano intuire solo attraverso i loro guardi, evidenziati da quell’innaturale “eyeliner” che è la mascherina. Nella copertina del libro di Cna è stata riprodotta la foto della titolare di Ocra Rossa snc, Debora Gambino (Foto di Virgilio Ardy), azienda di decoratori di Settimo Torinese, che libera il viso dalla mascherina per abbozzare un sorriso, nonostante la chiusura dei cantieri avesse significato per la sua azienda il crollo totale del fatturato.

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Nella foto di Luca Orsi la produzione di mascherine nel laboratorio della Maglieria Mancuso di Busto Arsizio

Alla realizzazione del volume aveva partecipato anche il fotografo varesino Luca Orsi, che è figlio d’arte, con sette scatti. Le manifatture della provincia di Varese, come quelle degli altri territori, hanno pagato un prezzo altissimo al Covid-19. Molte aziende di confezioni, nel momento di massimo bisogno di dispositivi di protezione individuale, seppur in mezzo a mille problemi di ordine sanitario e burocratico, si erano riconvertite nella produzione di mascherine ad uso civile. Con il suo obiettivo Orsi è entrato nel laboratorio della Maglieria Mancuso Sas di Busto Arsizio che, nel marzo 2020, ha risposto alla chiamata del Paese e aderito al progetto “Filiera moda per l’Italia- emergenza Covid 19“. Il suo viaggio  è poi continuato alla Ambrosetti Marmi di Besozzo, alla New Smile di Varese e alla SilverPress taxi di Parabiago. Sono sguardi preoccupati, è vero, ma gli imprenditori erano lì a presidiare una speranza, mentre il mondo era fermo.

C’è un filo che unisce quegli sguardi ai dati diramati dall’Istat in questi giorni che evidenziano una crescita del Pil a doppia cifra su base annua, cioè rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando infuriava la pandemia. Una crescita mai vista in tutta la serie storica fin dal 1995.

Le imprese durante i ripetuti lockdown hanno dimostrato di essere resilienti ben oltre quanto fosse lecito sperare. E forse, la scelta del comitato scientifico – composto da: Virgilio Ardy, Andrea Nannini, Andreas Ikonomu, Franco Ceriano  e Mario Donadoni – di mettere quel sorriso appena accennato in copertina, era più di un semplice auspicio.

Istat: il Pil è cresciuto del +17,3% rispetto al 2020

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 01 Settembre 2021
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