L’abbraccio di Besozzo a Federica Cesarini
L'atleta medaglia d'oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020 ha raccontato la sua esperienza e la sua storia in occasione dell'incontro organizzato martedì dal centro Stadium fit
È stato l’entusiasmo dei bambini ad accogliere Federica Cesarini, atleta cresciuta alla Canottieri di Gavirate e medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020, all’incontro organizzato martedì 7 settembre a Besozzo dal centro Stadium fit.
Durante la serata la campionessa ha raccontato la sua storia, i sogni e i sacrifici che l’hanno portata sul gradino più alto del podio olimpico in coppia con Valentina Rodini. Insieme a lei, hanno partecipato all’evento anche il suo allenatore della Canottieri Gavirate Giovanni Calabrese, le istituzioni locali e sportive e tanti giovanissimi fan con tutta la loro curiosità.
«La nostra vittoria alle Olimpiadi – racconta Federica Cesarini, ricordando i mesi che hanno preceduto il successo a Tokyo – è un po’ una come la storia di Cenerentola. L’anno era iniziato bene, ma poi Valentina ha avuto un problema di salute che si è rivelato più grave di quanto si fosse pensato. È stato un periodo difficile per entrambe. Quando abbiamo ripreso le competizioni eravamo tese, non andavamo in gara da un po’, e le preoccupazioni di Valentina erano anche le mie».
«Federica – racconta Giovanni Calabrese, l’allenatore della Canottieri Gavirate che l’ha vista crescere nella campionessa di oggi – è arrivata alla canottieri a soli nove anni, giovanissima. Una ragazza iperattiva, con un’energia difficile da contenere. A 16 anni il suo primo risultato in un campionato ufficiale a livello nazionale e fin dall’inizio non si è mai accontentata di arrivare seconda. Alle Olimpiadi lei e Valentina erano a poca distanza dalle altre barche, ma sono state capaci di dimostrare quel qualcosa in più. Una conquista inseguita passo dopo passo, ma alla fine hanno ottenuto l’ottimo risultato che hanno meritato».
Con la loro impresa, Federica Cesarini e Valentina Rodini hanno reso l’Italia di nuovo campionessa olimpica nel canottaggio dopo 21 anni, ma le hanno anche fatto vincere il suo primo oro olimpico nella categoria femminile. Un grande risultato anche per la canottieri Gavirate, che grazie a Federica ha portato per la prima volta una sua atleta a vincere un oro olimpico. Prima di lei, per trovare l’ultimo atleta arrivato alle Olimpiadi da Gavirate bisogna andare indietro fino al 1984.
Un risultato storico, quindi, che insieme a tanto impegno e dedizione è frutto anche un po’ del caso. «Prima di cominciare col canottaggio – racconta infatti Federica – facevo hockey su ghiaccio. i miei genitori, stufi di portarmi sempre fino a Varese mi hanno detto: “Ma perché non fai uno sport più vicino a casa?”. Ed è così che sono arrivata alla Canottieri Gavirate».
«Le imprese di Federica e di tutti i nostri atleti alle Olimpiadi – commenta Marco Caccianiga, coordinatore tecnico del Coni Varese – hanno messo in primo piano lo sport. Tutti hanno iniziato a parlare di sport, tutti guardavano lo sport e tutti erano esperti di sport. Diffidate però da chi dice che nello sport l’importante è divertirsi. L’importante è impegnarsi. Se ci si impegna ci si diverte, si impara, col tempo si migliora e alla fine si vince».
«Quando scendiamo in gara – aggiunge Leonardo Binda, presidente del comitato regionale della Federazione italiana di canottaggio – gli avversari sono nostri amici, sono coloro con cui ci dobbiamo confrontare. Il nostro vero avversario da affrontare ogni giorno, in realtà, siamo noi stessi».
«Sono uno sportivo, arrivo dal basket, ora sono un allenatore – interviene poi Riccardo Del Torchio, sindaco di Besozzo – e so quali sono i sacrifici che un atleta deve essere disposto a fare. Avere Federica Cesarini qui da noi è un onore, perché successi di questo calibro fanno bene allo spirito non solo dell’atleta ma anche di tutti noi. Usciamo da un anno difficile, dove a causa della pandemia non abbiamo potuto insegnare e praticare gli sport che amiamo. Questo ci ha fatto soffrire, ma poi è arrivata questa vittoria e speriamo che possa essere un momento per la rinascita0».
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