Lungo la Via Francisca un giorno alla riscoperta della vita e della sua bellezza
Una passeggiata intensa, a livello emotivo, quella fatta il 18 settembre da sessantasette pellegrini partiti dalla Chiesa di San Massimiliano Kolbe fino al Sacro Monte di Varese, in occasione del "Pellegrino Dei" della CEI.

Nella giornata di sabato 18 settembre sessantasette pellegrini si sono messi in cammino per svolgere un tratto della Via Francisca del Lucomagno portando con sé un solo zainetto, le scarpe da trekking e tanta voglia di essere lì. Questo all’interno dell’iniziativa “Ora viene il bello”, organizzata dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana), a cui la Via Francisca ha aderito. Al momento della partenza, avvenuta dalla Chiesa di San Massimiliano Kolbe, è stato consegnato ad ognuno di loro il logo della Via Francisca con dietro scritto “In cammino verso il futuro”.
Non sono entrati però all’interno della chiesa, sono rimasti sul piazzale, come ad ognuna di quelle successivamente incontrate. Questo perché l’iniziativa, nonostante il contesto religioso, voleva lasciare che i ricordi del dolore, dei momenti di incertezza e paura causati dalla pandemia, non avessero per forza una lettura religiosa. Un cammino che fin dalla presentazione aveva lo scopo di far riflettere l’animo di chi vi partecipava, ascoltando gli altri e se stessi.
Quattro testimonianze importanti di vita e di sofferenza hanno fatto da punto di partenza per un profondo percorso interiore, iniziato quel 18 settembre e sicuramente ancora in atto. È stato un momento di forte condivisione, le storie raccontate hanno dato valore alla giornata e regalato importanti consapevolezze. La parola chiave di ognuno di questi quattro interventi è stata sicuramente “dimensione”.
La prima persona che si è raccontata ha parlato della dimensione del cammino, una dimensione che gli ha permesso di capire l’unità dell’anima con il corpo e la mente, aiutandolo così in un momento di malattia. La seconda della dimensione della fragilità, una condizione che una volta provata sulla pelle gli ha ridato la lucidità necessaria per cogliere cosa conti nella vita, ad un passo dalla morte gli ha fatto capire quanto gli affetti e le relazioni fossero importanti. Si è poi parlato, con il vescovo della Diocesi di Pinerolo Derio Olivero, della dimensione nuova che la chiesa dovrebbe assumere per far fronte alla solitudine e la tristezza portata dalla pandemia. E infine, con l’ultima testimonianza, ci si è fermati a riflettere sulla dimensione del dolore, che qualunque persona incontra nella vita, ma alla quale bisogna far fronte, guardandosi dentro.
Testimonianze così vere, così personali che hanno spogliato di tutte le sicurezze chi le ha condivise, e permesso a chi le ascoltava di immedesimarcisi. Il camminare insieme, a passo lento, ha così permesso a tutti di parlare e confrontarsi, o semplicemente di accettare il silenzio del compagno affianco, capendolo. Ha fatto emergere paure e tristezze che alla fine del cammino, almeno in parte, sono confluite in gioia di averle condivise. Una giornata veramente intensa, che si è conclusa alla quattordicesima cappella del Sacro Monte di Varese dove in ultimo Ferruccio Maruca, il “papà” della Via Francisca, ha consegnato la guida della Via e una bustina di semi di girasoli, in segno di speranza per un futuro migliore. Semini che sono stati gentilmente regalati dall’Agricola di Varese.
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