Nessun accordo, la causa tra pasticceria e Comune di Gallarate finirà nel 2022
La prefettura a primavera 2020 aveva annullato multe e chiusura alla Pasticceria Gnocchi, che ha chiesto danni d'immagine. Il Comune aveva respinto due proposte di mediazione, anche in tribunale

Si concluderà nel 2022, a due anni dai fatti la causa civile che contrappone la Pasticceria Gnocchi e il Comune di Gallarate: l’esercizio artigianale chiede i danni per una multa e una chiusura nel periodo di lockdown 2020, poi annullate nel giro di poche settimane dalla Prefettura.
Il caso è uno dei diversi procedimenti che coinvolgono il Comune di Gallarate. Se da un lato l’ente Comune si è mosso per difendere le proprie prerogative anche in processi penali (come nel caso dei 200mila euro chiesti a diversi imputati dell’inchiesta Mensa dei poveri), dall’altro ci sono appunto anche i procedimenti in cui è il Comune che viene chiamato in causa per rifondere, dai danni alle auto per una buca fino a casi più particolari come questo.
Il caso specifico della pasticceria Gnocchi si era aperto il 4 aprile del 2020, in pieno lockdown, quando la Polizia Locale aveva contestato alla storica attività di Gallarate l’apertura abusiva, multando l’esercizio e sospendendo l’attività per un giorno (il lunedì successivo, all’inizio della settimana di Pasqua). I titolari avevano però fornito fin da subito alla Polizia Locale i codici Ateco, che risultavano tra quelli autorizzati a produrre anche in quella fase straordinaria: la pasticceria, in quanto laboratorio artigianale alimentare senza somministrazione, poteva rimanere aperta e consegnare il prodotto finito anche ai clienti che si presentavano (esattamente come un qualsiasi panettiere e a differenza di una pasticceria-bar, che doveva chiudere).
La Prefettura a maggio 2020 aveva poi annullato la sanzione e a questo punto i titolari della pasticceria avevano avanzato una prima richiesta di risarcimento danni, senza andare in causa (una fase che si chiama “negoziazione assistita”). Una proposta di risarcimento “preventiva” e simbolica, come cifra, che era stata però respinta – su valutazione del dirigente, che temeva di vedersi contestare un danno erariale.
Quindi si è andati in sede civile, con incarico ai legali, l’avvocato Riccardo Garavaglia per la pasticceria e l’avvocato Lara Magnoli per l’ente: la controversia è andata avanti nell’arco del 2021 e sostanzialmente si è in attesa a questo punto solo dell’ultimo passaggio, dopo che il giudice Nicola Cosentino ha acquisito tutti gli elementi necessari.
Salta anche la proposta di conciliazione in tribunale
Davanti alla terza sezione Civile del tribunale di Busto Arsizio si era anche tentata una ulteriore composizione della controversia: nella prima udienza a inizio 2021 il Comune si era detto disponibile ad arrivare alla cifra di 658 euro, una parte delle voci richieste, non riconoscendo specificamente il danno d’immagine ma accettando una parte della proposta. D’altra parte il Comune ha difeso anche la sanzione ritenendo che la pasticceria potesse produrre e consegnare, ma non vendere.
Il giudice a gennaio aveva avanzato la sua proposta di conciliazione, pari 3200 euro, vale a dire circa 2/3 della richiesta iniziale della Pasticceria, che comprendeva appunto danni materiali (impasti buttati e mancato guadagno) e una più consistente componente per danni d’immagine. A febbraio però anche questo secondo tentativo di mediazione avanzato dal giudice è però andato a vuoto per il rifiuto da parte del Comune, perché – in sostanza – l’ente comunale l’ha ritenuta troppo vicina alla richiesta della pasticceria e soprattutto perché rifiutava il danno d’immagine.
Dopo il rifiuto dell’accordo (che comprendeva 1800 euro di danni, mille di contributo spese per il giudizio e qualche altro centinaio di euro di spese) si è poi tenuta un ulteriore passaggio, con l’acquisizione dei capitoli di prova: il Comune ha prodotto i documenti dell’accesso della Polizia Locale e l’interpretazione giuridica delle norme del Dpcm, la pasticceria ha ribadito nuovamente che poteva operare, facendosi forte del pronunciamento della Prefettura.
Ci si vede nel 2022
Vicenda finita? Non ancora. Il giudice ha sciolto la riserva ritenendo “la causa matura per la decisione” senza che servano ulteriori udienze. La giustizia civile ha però i suoi tempi: la prossima udienza di discussione è il 23 febbraio 2022, poi si dovrebbe arrivare a sentenza nel giro di settimane, alle soglie della primavera 2022.
Appunto, a quasi due anni dal “caso”, che fece piuttosto clamore perché uscì sui giornali (prima ancora della notifica del provvedimento ai diretti interessati, lamentano i titolari) e poi perché la pasticceria Gnocchi si è poi difesa a viso aperto, prima convinta di aver operato nel giusto e poi avendo visto riconosciute le proprie ragioni con l’annullamento del verbale.
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