“Sassolungo”, la meglio gioventù di Carlo Zanzi
Il nuovo romanzo "varesino" di Zanzi sarà presentato sabato 18 settembre alle 15 e 30 al Salone dell'oratorio di Velate
Nel romanzo “Sassolungo” (Robin Edizioni), il nuovo libro di Carlo Zanzi, c’è la montagna, ci sono i luoghi dell’infanzia e gli affetti familiari, ma sopratutto ci sono l’amore per la narrazione legata al borgo natio, Varese, e alla sua gente. Questo romanzo contiene tutto il paesaggio interiore di Zanzi ed è forse l’approdo, dopo tanti libri, a una dimensione in grado di esprimere compiutamente l’importanza delle proprie radici che rischiano di annegare nella liquidità contemporanea.
Provare, dunque, a etichettare “Sassolungo”, come un romanzo “storico” o di “montagna”, sarebbe riduttivo e non spiegherebbe fino in fondo la scelta dell’autore.
Zanzi lo definisce semplicemente «un romanzo varesino». La storia si snoda in un periodo molto lungo, circa ottant’anni, e ruota intorno alla figura di Luigi Frigerio, classe 1910. «Per scrivere questo romanzo – spiega l’autore – ho letto saggi storici, diari e, molto importante, ho ascoltato la testimonianza orale di varesini d’antan. È una storia familiare, con un’attenzione particolare al rapporto nonno-nipote».
La memoria passa attraverso il dialogo tra generazioni. È la via maestra di “Sassolungo”. In ebraico con la parola toledot si indica la storia. E si usa quella stessa parola per indicare i discendenti. La storia altro non è dunque che un susseguirsi di generazioni.
Carlo Zanzi in “Sassolungo” narra una storia familiare, trasferendo emozioni vissute e ascoltate in un dialogo immaginario tra generazioni, per parlare di sé e della sua Varese. E per quanto gli scrittori si sforzino spesso di precisare che i personaggi narrati sono frutto, in parte o tutto, della fantasia, non possono certo negare che la narrazione si alimenti della loro esperienza soprattutto emotiva.
Quando nel 1985 Zanzi diventò padre, scrisse un libro che ebbe un bel successo: “Padre a tempo pieno” (Edizioni Paoline), in cui raccontava questa nuova esperienza. Una volta diventato nonno, tutti si aspettavano un secondo diario. «Ho risposto – sottolinea lo scrittore – che pur essendo un’esperienza tanto importante e ricca avrebbe trovato spazio nella mia scrittura, ma non nella forma di un diario. Ovviamente “Sassolungo” non è la storia di mio nonno, ma quelle emozioni ci sono tutte».
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“Sassolungo” (Robin Edizioni) sarà presentato sabato 18 settembre alle 15 e 30 al salone dell’oratorio di Velate. L’autore dialogherà con il giornalista Michele Mancino.
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