Stefano Introini: “Lavoriamo per una Leggiuno che sia centro del Lago Maggiore”
Ex dirigente del comune di Luino, ora si è trasferito a Roma per lavoro e ha deciso di candidarsi per il suo comune. A sostenerlo la lista "Leggiuno per il Lago Maggiore"
Stefano Introini ha deciso di candidarsi come sindaco per la sua Leggiuno. Architetto, classe 1961, ex dirigente del comune di Luino, recentemente si è trasferito a Roma dove è Direttore Tecnico presso il Comune di Roma Capitale e ha scelto di correre per il paese nel quale ha sempre vissuto. La lista civica che lo sostiene è la “Leggiuno per il Lago Maggiore”, un nome che spiega la volontà di rendere il piccolo paese, anche sede di Santa Caterina del Sasso, un perno intorno al quale far girare turismo, servizi e competenze.
La sua candidatura è stata annunciata fin dai primi di giugno accendendo fin da subito il dibattito elettorale. Nella lista sono presenti diversi volti noti, come i due ex candidati sindaco Tiziana Petoletti e Domenico Bavila. Riccardo Valena invece, ha deciso di correre da solo mentre il terzo candidato per Leggiuno è l’attuale sindaco Giovanni Parmigiani.
Quali sono i motivi della candidatura e quando è maturata l’idea di proporsi?
«Vivo a Leggiuno da vent’anni, a Mirasole. Dopo aver lavorato molti anni come manager pubblico a Luino e aver avuto diverse esperienze progettuali in giro per l’Italia, mi sono sentito di restituire l’amore che mi è stato dato da questo territorio. In questo periodo post Covid ci sono grandi problematiche da affrontare, ma anche grandi occasioni da cogliere. Noi lavoriamo per una Leggiuno al centro del Lago Maggiore e dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso. Un progetto con un programma ambizioso che necessità una progettualità importante e che potrà avere ricadute per rinnovare Leggiuno. Rinnovare per me significa anche ridare un aspetto di dignità dei luoghi, partendo da quelli del ricordo. I cimiteri hanno la necessità di un adeguamento con l’abbattimento delle barriere architettoniche, ma anche di essere resi maggiormente decorosi. Penso poi ai luoghi di aggregazione sui quali dobbiamo riflettere e progettare per restituire un riferimento aggregativo in ogni frazione. Mi piacerebbe che ogni zona del paese passa avere un suo riferimento identitario, pop, qualcosa di riconoscibile. Mi piacerebbe pensare a Leggiuno come un baricentro per il Lago Maggiore e l’Eremo di Santa Caterina del Sasso e questi devono essere la cornice per restituirci almeno tre cose: un punto shop alimentare, uno sportello bancario, i servizi per la comunità in un sistema di comuni in rete. Il comune di Leggiuno è medio piccolo ma c’è la reale e concreta possibilità di entrare in sinergia con gli altri comuni, per spalmare i costi fissi ed avere così la possibilità di servizi dignitosi a livello di un medio centro. Questo, unito all’amore per le persone che amano questo territorio mi ha convinto della necessità epocale di fare un progetto per Leggiuno. Colgo l’occasione per ringraziare la squadra e le persone che ci sono intorno e mi auguro sinceramente che venga condiviso con tutte le forze politiche, non solo locali».
In che modo ha costruito la sua lista?
«Parlerei di lista e di laboratorio. Sono due cose che si sposano molto bene, da una parte abbiamo la squadra che si espone in una competizione elettorale, ma la brace che mai deve mancare è il laboratorio. Tante energie sono state profuse e messo in campo, oltre a quelle delle persone in lista. Giovani universitari, professionisti che svolgono attività sul turismo, professionisti che per questioni commerciali e professionali hanno dato il loro contributo. La lista è stata sviluppata per competenze, entusiasmo giovanile, esperienza di vita, oltre che politica. Intendo lavorare anche per superare veti incrociati e personalismi che, ahimè, ho incontrato su questa strada proprio attraverso la gente con l’esperienza. Non solo entusiasmo giovanile dunque, ma useremo anche l’esperienza dei più anziani».
Quali sono le priorità per il paese e come se lo immagina fra cinque anni?
«Cominciamo con le cose per il paese, penso ai cimiteri per abbattere le barriere architettoniche e migliorarli nel decoro con cipressi e roseti, penso all’animazione del paese in termine di servizi: manca il punto shop alimentari e bisogna fare in modo che la banca resti. Questo va di pari passo con le qualità urbane: proviamo per un attimo ad immaginare Piazza Marconi non solo un parcheggio ma anche uno spazio con una fontana, dei muriccioli, il ripensamento della alberature e tutto ciò che può essere attrattivo per i cittadini, ma anche per servizi minimi essenziali. Lavoriamo poi, per la qualità e la garanzia di un altro servizio di base che è l’acquedotto. Gli sforzi che sta facendo la nostra Alfa Srl sono molto importanti ed proprio perché conosciamo bene la professionalità dell’azienda pubblica siamo sicuri che non mancheranno risposte reali, concrete per la frazione di Bosco, per alcuni problemi a Mirasole e anche per accompagnarci verso la qualità della acque della balneazione con un sistema fognario che sicuramente merita la giusta attenzione. Il fatto di essere con una grande e importante società che ha per legge e per vision aziendale la capacità di avere un approccio olistico al sistema integrato è un bene. In lista abbiamo una figura di manager biologo che potrà aiutare a stare attenti alla qualità delle acque del lago perché, di questo, dobbiamo vantarci».
Quali altri punti nel programma?
«Ce ne sono diverse, ma ci tendo a sottolineare l’impegno per la costituzione di una segreteria interistituzionale per la candidatura di Santa Caterina a sito Unesco. Ne ha le caratteristiche e dal 2017 siamo nella Buffer Zone tra i Siti Unesco e questo anche grazie all’impegno di Parco del Ticino, del Parco della Valgrande e del Parco del Campo dei Fiori. Perché quindi non lavorarci? A margine del programma ci sono altri due approcci: uno è quello della coniugazione tra saperi ed esperienza, in particolare riferendomi all’accoglienza e alla ristorazione in una zona turistica come questa, credo che i nostri operatori del territorio siano pronti a collaborare. Mi piacerebbe realizzare una “accademia dell’accoglienza” per agevolare momenti di scambio, tra le figure professionali e i giovani. Inoltre penso ad un altro aspetto: il comportamento di comunità, a partire da quello da tenere in consiglio comunale anche per avvicinare i cittadini alla politica. Mi piacerebbe che dieci minuti prima dell’inizio di ogni consiglio comunale potesse prendere la parola un anziano o un giovane che possano fungere da mediatore culturale, per rendere più comprensibile anche gli aspetti più burocratici».
Quale caratteristica deve avere un sindaco?
«Competente, ovvero far comprendere l’importanza delle regole. Dialogante, sciogliere il sorgere di ogni possibile conflitto per negoziare soluzioni. Deve avere cultura, utile a rappresentare con la necessaria energia ad ogni scala territoriale la voce del proprio paese e, infinem deve avere passione in termini di entusiasmo e in proposizione con capacità di ascolto. In una parola: essere sereno e saggio”.
Lo speciale elezioni – Le liste e i candidati per Leggiuno
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