Trenta in campo per il Rugby Varese nella sgambata contro il Malpensa-Rosafanti
Dopo un anno e mezzo senza partite, i biancorossi in gran numero hanno disputato un test con la formazione del Gallaratese. Tre spezzoni di gara per riprendere confidenza con il gioco

Il Rugby Varese ha ripreso a giocare, e lo ha fatto martedì sera con un allenamento congiunto contro i Malpensa/Rosafanti, la formazione che ha unito le due realtà “ovali del Gallaratese.
Le due squadre hanno svolto una seduta comune sul campo del “Levi” di Giubiano e successivamente hanno fatto una partita l’una contro l’altra. Il Varese, che aveva a disposizione più di trenta giocatori, ha potuto addirittura schierare due squadre complete in campo. Ecco quindi come si è svolto l’incontro. Il match è stato diviso in tre spezzoni da mezz’ora l’uno.
Nella prima parte, si sono affrontate Rugby Varese e Malpensa/Rosafanti, accompagnati da uno dei coach, Gino Gramaglia. Si vede la ruggine nei giocatori, ma del resto dopo un anno e mezzo senza partite, ci può stare. Nel primo terzo di gara, il Rugby Varese si è imposto per tre mete a zero sugli ospiti.
Nel secondo spezzone, Malpensa/Rosafanti hanno riposato. Si sono quindi affrontate le due fazioni del Varese, dando vita a uno scontro molto ruvido e interessante. Infine, nella terza ed ultima ripresa da trenta minuti, si sono scontrate la seconda fazione dei biancorossi contro il Malpensa/Rosafanti.
Nel complesso è stata una bella serata di rugby, che ha sicuramente fatto molto bene a entrambe le formazioni. Quello che ci voleva per riprendere confidenza nei movimenti e un ritmo gara che, per ovvie ragioni, mancava da un pezzo.
Queste le parole di Marco Bottelli, allenatore del Varese: «È stata una bella serata di rugby. Siamo contenti di esser finalmente scesi in campo con un avversario ed esserci messi alla prova. Ho visto molte cose positive, logicamente c’è ancora tanto su cui lavorare, ma è un inizio e io e i miei colleghi ne siamo molto contenti. Ringrazio ovviamente il Malpensa e i Rosafanti, che sono venuti a casa nostra a giocare, rendendosi disponibili fin da subito».
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