A Cassano Magnago il ricordo dell’assassinio di Mauro Venegoni
Domenica 31 ottobre la celebrazione del 77° anniversario, nei pressi del cippo che è stato dedicato a Venegoni sulla strada Busto Arsizio-Cassano. Un anniversario che coinvolge anche il Comune di Legnano

È in programma domenica 31 ottobre, a Cassano Magnago, la celebrazione del 77° anniversario dell’uccisione di Mauro Venegoni, il partigiano barbaramente trucidato dai fascisti il 31 ottobre del 1944.
Come sempre, la commemorazione si svolgerà nei pressi del cippo che è stato dedicato a Venegoni sulla strada Busto Arsizio-Cassano Magnago, proprio dove il suo corpo era stato gettato dopo l’assassinio e sepolto in tutta fretta dalle autorità fasciste sotto il nome di Raimondi (il nome dei suoi documenti falsi), nel tentativo di occultare le orrende mutilazioni alle quali era stato sottoposto. Il corpo, riesumato nell’ottobre 1945, è sepolto nel campo dei caduti partigiani del cimitero di Legnano.
La manifestazione si svolgerà con il seguente programma:
alle ore 10.30 è previsto il ritrovo presso il cippo a ricordo di Mauro Venegoni, a Cassano Magnago (via Bonicalza ang. Via Gasparoli)
apertura della manifestazione a cura del Presidente ANPI Legnano – Primo Minelli
Discorso ufficiale del Sindaco di Legnano – Lorenzo Radice
Commemorazione da parte di Roberto Cenati – Presidente ANPI Milano e Provincia
Le Amministrazioni Comunali e le Associazioni interverranno con i propri gonfaloni e vessilli.
Il corteo che tradizionalmente precede la manifestazione non avrà luogo. I partecipanti alla cerimonia dovranno rispettare il distanziamento interpersonale e indossare le mascherine.
Mauro Venegoni, nato a Legnano il 4 ottobre 1903, fu tra i primi a costituire le formazioni partigiane nella zona, partecipando a numerosi combattimenti, sempre distinguendosi per capacità e coraggio. Venne catturato e sottoposto alle più atroci torture nel vano tentativo di strappargli informazioni sull'organizzazione partigiana della zona, prima di essere ucciso dai fascisti: “la sua indomabile fede non veniva scossa nemmeno allorché il nemico ne straziava barbaramente il volto e il corpo, accecandolo prima e poi uccidendolo” si legge sulla motivazione con cui gli è stata conferita la medaglia d’oro al Valor Militare della Resistenza.
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