Il ddl Zan si ferma in Senato, Lega e Fratelli d’Italia votano a favore della “tagliola”
A favore della “tagliola” hanno votato 154 senatori, 131 i contrari e due gli astenuti. Il testo tornerà in commissione tra almeno sei mesi, esulta il centrodestra in aula. Zan: "Tradito un patto politico che voleva far fare all’Italia un passò di civiltà"
Il Senato blocca l’iter del ddl Zan. L’aula di palazzo Madama oggi, mercoledì 27 ottobre, ha infatti votato a favore della cosiddetta ‘tagliola’, chiesta da Lega e Fratelli d’Italia, che ferma l’esame degli articoli ed emendamenti del disegno di legge contro l’omotransfobia.
A favore della “tagliola” hanno votato, scrutinio segreto, 154 senatori, 131 i contrari e due gli astenuti. 23 dunque i voti di scarto che di fatto sanciscono, almeno temporaneamente, lo stop nella procedura dell’iter legislativo. Il testo presentato dal deputato Alessandro Zan, lo scorso 15 settembre a Varese in occasione della pubblicazione del suo libro, tornerà infatti in commissione almeno tra almeno sei mesi, ricominciando da zero.
Zan: “Responsabilità chiare. Tradito un passo di civiltà”
Rammarico per il deputato del Partito Democratico ed esponente della comunità LGBT, che accusa il centrodestra di aver “tradito un patto politico che voleva far fare all’Italia un passò di civiltà. Il pensiero affidato ai social: «Chi per mesi, dopo l’approvazione alla Camera, ha seguito le sirene sovraniste che volevano affossare il ddl Zan è il responsabile del voto di oggi al Senato. Le responsabilità sono chiare».
Salvini: «Punita l’arroganza. Mesi di discussioni inutili»
«Punita l’arroganza di Letta – ha invece commentato Matteo Salvini, leader della Lega, partito che, insieme a Fratelli di Italia, ha esultato dopo il voto in Senato. Letta – prosegue il numero uno del carroccio e senatore -ha rifiutato ogni dialogo e ogni proposta di cambiamento arrivate dalle famiglie, dalle associazioni, dal Papa e da esponenti del mondo LGBT e femminista. Risultato? DDL Zan bocciato, mesi e anni di discussioni inutili. Se si vuole ripartire da basi solide e condivise, togliendo dalla contesa i bambini, la libertà di educazione e la censura per chi ama e difende la famiglia, la Lega c’è».
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