Derivati, Busto Arsizio perde contro Deutsche Bank. Maggioni (Pd): “Danno erariale”
Il neoeletto consigliere comunale commenta la sentenza che ha visto soccombere il Comune di Busto Arsizio nei confronti di Deutsche Bank sui derivati

Deutsche Bank ha vinto la causa intentata davanti alla Royal Court of Justice di Londra nei confronti del Comune di Busto Arsizio, relativamente al pagamento degli interessi di contratti swap (i cosiddetti derivati) in base ad un accordo stipulato prima della crisi finanziaria del 2008.
La notizia, diffusa da Bloomberg.com, arriva come un macigno proprio mentre il sindaco Antonelli, appena rieletto, è ancora impegnato nella costruzione della nuova giunta. Ora dovrà fronteggiare l’opposizione già sul piede di guerra per le ingenti spese legali che il Comune ha finora sostenuto e che raggiungono l’importante cifra di 1,2 milioni di euro. La causa, infatti, era stata intentata dalla banca tedesca perchè il Comune si era rifiutato di pagare gli interessi passivi sull’investimento che risale al 2004.
Non fa sconti Maurizio Maggioni, candidato sindaco sconfitto ma eletto consigliere comunale per il Pd, che se la prende con la scelta di Antonelli, mai chiarita fino in fondo: «La sentenza del tribunale londinese dice che il contratto dovrà essere onorato. Molti Comuni in Italia avevano sottoscritto contratti di questo tipo con diverse banche o gruppi finanziari e molti hanno successivamente avviato iniziative legali per non corrispondere interessi che negli anni hanno assunto proporzioni insostenibili e ingiustificabili, seppure connessi alla natura dei derivati. Molti di questi Comuni hanno avviato di loro iniziativa cause che hanno fatto ricorso alla giurisdizione italiana, individuando percorsi che hanno ottenuto risultati positivi, sanciti in definitiva da una sentenza della Corte di Cassazione. Il caso del Comune di Busto Arsizio è diverso: Deutsche Bank ha chiamato in causa il Comune, presso il Tribunale londinese, quale foro competente, a seguito di decisioni assunte dall’Amministrazione Antonelli, che per quanto mai chiarite pubblicamente nei loro dettagli, costituiscono le condizioni che hanno permesso a Deutsche Bank di agire contro il Comune. La riservatezza richiesta ripetutamente dal Sindaco ed argomentata da esigenze di tutela degli interessi comunali nel procedimento giudiziario, si è risolta in una cortina di silenzi che hanno soltanto consentito al precedente Consiglio Comunale di essere riunito a porte chiuse solo dopo che si sono verificati gli avvenimenti scatenanti la causa da parte di Deutsche Bank».
Ora chiede di riportare la vicenda in consiglio e stabilire una strategia: «Considerato che il Consiglio Comunale è l’organo principale titolare della potestà di indirizzo e di controllo politico amministrativo, pare inopportuno che il Sindaco e/o la Giunta proseguano in solitaria un percorso che finora si è dimostrato oggettivamente inefficace e che potrebbe proseguire solo dopo un attento e aperto confronto che permetta di verificare quanto avvenuto, come avevano già chiesto in precedenza i gruppi di minoranza. La sentenza del Tribunale sembra comunque limitarsi a ristabilire i reciproci impegni contrattuali senza determinare nuovi oneri per il Comune».
Tuttavia, conclude Maggioni, «le relative spese legali attribuite già da ora al bilancio comunale, a cui si aggiungerebbero le spese legali di Deutsche Bank, sicuramente ben più di un milione e duecentomila euro, possono configurarsi come danno erariale, conseguenza esclusiva delle scelte risalenti alla responsabilità del Sindaco in quanto rappresentante dell’Ente e dei Dirigenti che le hanno concretamente determinate».
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