Gnocchi chiude con la musica classica la sua campagna, tra denuncia e proposte
Il candidato di Obiettivo Comune ha scelto di chiudere con un concerto di un giovane pianista. Nell'intervento finale il richiamo alla legalità e al tema Mensa dei poveri, ma anche le proposte per la città
Idee per governare Gallarate, ma anche una denuncia franca del tema della legalità, con riferimento a Mensa dei Poveri. Così Massimo Gnocchi ha chiuso la sua campagna elettorale, giovedì sera, davanti a Palazzo Borghi, il municipio di Gallarate. L’ha fatto soprattutto con un concerto di musica classica, con il giovanissimo pianista (allievo del Puccini) Emanuele Nazzareno Piovesan, «che come noi suona “tutta un’altra musica”».
Tra musica classica e un vassoio di amaretti finale, Gnocchi è appunto intervenuto riepilogando i punti forti della sua campagna, tra denuncia e proposte.
«Abbiamo sempre sottolineato la nostra diversità e questa sera la testimoniamo ancora chiudendo prima» ha esordito. «Non ci siamo inventati di essere l’unica civica vera, lo siamo oggettivamente perché siamo gli unici che candidano persone che una tessera di partito non l’hanno davvero da moltissimo tempo. Non candidiamo nessuno che abbia avuto un qualche incarico amministrativo nelle ultime due amministrazioni».
Nel breve intervento finale Gnocchi ha ricordato i passaggi centrali della sua campagna elettorale: «Siamo stati i primi a parlare di ospedale unico invocando sin dal 2017 un referendum tra i cittadini. Abbiamo avanzato diverse proposte che hanno acceso un dibattito in città come quella di Palazzo Minoletti casa dei Giovani o del presidio fisso di Polizia Locale in zona stazione attorno al restyling della quale siamo stati molto critici perchè per finanziarla sono stati sottratti soldi destinati alle scuole. Abbiamo anche ricordato molte cose scomode accadute in città e spesso dimenticate come la oscura pagina del ritiro della variante del PGT per l’inchiesta mensa dei poveri e le relative implicazioni giudiziarie».
«Non abbiamo però mai rinunciato a presentarci con le nostre idee senza facili promesse ed il fatto di essere stati gli unici ad appendere manifesti con spicchi di programma lo evidenza. Siamo uomini e donne libere che si propongono per una Gallarate migliore».
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