La gastroenterologia varesina si affida all’intelligenza artificiale per cercare i più piccoli polipi del colon
Il primario Sergio Segato spiega i vantaggi del "terzo occhio" che aiuta lo specialista a individuare anche i più piccoli e nascosti adenomi
L’intelligenza artificiale arriva nella sala endoscopica della Gastroenterologia varesina, diretta dal dottor Sergio Segato. Un sofisticato sistema diagnostico viene utilizzato nel corso della colonscopia per identificare, in tempo reale e con elevata precisione, immagini sospette per polipi. Si tratta di un “terzo occhio” oltre a quelli dello specialista, molto sofisticato e sensibile, che, rilevato il sospetto polipo, lo evidenzia sul monitor con un riquadro colorato e, contestualmente, produce un segnale acustico per richiamare l’attenzione. Gli studi sperimentali condotti con questo dispositivo hanno dimostrato un sensibile incremento della capacità di evidenziare lesioni precancerose durante la colonscopia.
«Una volta individuata l’area sospetta, spetta al medico valutare la lesione e come procedere secondo la pratica clinica standard e le linee guida – spiega il dottor Segato – La colonscopia rappresenta lo strumento più efficace per lo studio delle malattie del colon. Pur trattandosi di una metodica sofisticata, ha dei limiti in particolare quando è utilizzata nell’ambito dello screening del cancro colo-rettale. Il ruolo della colonscopia di qualità è determinante: in particolare il tasso di rilevazione di adenomi, che è il suo più importante indicatore di qualità, si correla in modo inversamente proporzionale all’incidenza di tumore negli anni successivi all’esecuzione dell’esame. Molti di questi, soprattutto se piccoli, possono sfuggire e non essere rilevati per motivi legati a diverse variabili soggettive o di natura tecnica, come il livello tecnologico degli strumenti utilizzati. Attualmente la tecnologia per la colonscopia è già molto sofisticata, ma ad aumentarne le potenzialità diagnostiche a supporto del medico si è aggiunto questo sistema diagnostico di altissimo livello tecnologico».
Sabato 9 ottobre, nell’aula Granero-Porati dell’Università dell’Insubria, si svolgerà il convegno “Argomenti di gastroenterologia 2021”, l’appuntamento annuale giunto alla sua quindicesima edizione e sempre molto partecipato, organizzato dal dottor Segato e rivolto a medici specialisti in gastroenterologia, medicina interna, chirurgia generale, medici di medicina generale e, in parte, ad infermieri.
La prima sessione riguarderà il campo epatologico: verranno discusse le novità in tema di gestione dell’epatopatia da alcool, di danno epatico acuto sulla malattia cronica di fegato e di ipertensione portale. Nella seconda sessione si parlerà delle linee guida in endoscopia epato-bilio-pancreatica, di gastroscopia di qualità e dell’esecuzione di esami endoscopici diagnostici e terapeutici in pazienti con disturbi della coagulazione.
La terza sessione, infine, riguarderà la gestione delle Ibd, l’uso degli inibitori della pompa protonica e gli aggiornamenti relativi al trattamento della sindrome dell’intestino irritabile.
I problemi trattati, rilevanti per l’alta incidenza sociale e clinica, richiedono di concordare indirizzi diagnostico-terapeutici applicabili nella pratica clinica quotidiana in particolare per l’impatto dell’epidemia da Sars-Cov2 sulla gestione delle patologie croniche gastro-epatologiche e sull’accesso alle prestazioni endoscopiche.
Il convegno ha il patrocinio dell’Università degli studi dell’Insubria, dell’Ordine dei medici della provincia di Varese e dell’Associazione italiana dei gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri.
Le relazioni saranno svolte o moderate da direttori di strutture di gastroenterologia ed endoscopia digestiva di ospedali lombardi, da docenti dell’Università degli studi dell’Insubria e di Milano e da riconosciuti esperti della materia.
I lavori saranno aperti dal dottor Gianni Bonelli, direttore Ggnerale dell’Asst Sette Laghi, e dal professor Angelo Tagliabue, rettore dell’Università dell’Insubria.
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