L’Arci di Como si costituisce parte civile al processo ai neofascisti
Lunedì, in corrispondenza dell'udienza, si terrà anche un presidio di Como Senza Frontiere, la realtà solidale che nel 2017 aveva subito l'irruzione minacciosa del Fronte Skinhead
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Anche l’Arci di Como si costituirà parte civile al processo contro i neofascisti protagonisti dell’irruzione nella sede di Como Senza Frontiere nel 2017. Lunedì l’udienza in tribunale, con un presidio di Como Senza Frontiere e delle altre associazioni coinvolte nella rete.
«L’Arci – dice il presidente Gianpaolo Rosso – è presidio di democrazia ovunque. A Como, dando vita insieme a tante e tanti altri a Csf, riteniamo di avere tra i primi colto l’intreccio malvagio tra razzismo e fascismo e sostenuto con ogni energia, intelligenza, creatività e professionalità la rete che proprio per essere stata capace di cogliere tale perverso legame criminale è stata attaccata dagli squadristi del Veneto Fronte skin heads. Per questo chiediamo al giudice del processo contro i 13 responsabili diretti di quell’atto che l’Arci sia parte civile perché direttamente colpita dall’irruzione in una sede comunale, ma anche perché la nostra associazione, i nostri ideali, la Costituzione su cui fondiamo la nostra attività è stata infangata dall’irruzione fascista e dalla lettura del farneticamente proclama imposto ai presenti. Non ci sfugge che molti altri di quei fatti e di fenomeni sempre più frequenti di violenza fascista abbiano avuto e abbiano tuttora persino maggiori responsabilità, ma i processi si fanno a persone non a partiti politici e intellettuali da web che per decenni hanno raccontato che non si dovevano chiamare fascisti i fascisti.
L’Arci sarà al presidio di lunedì 18 ottobre a Como, in viale Cesare Battisti, indetto da Como senza frontiere a partire dalle ore 9.30. Per «ribadire il sostegno e la partecipazione più completa alla rete Csf di cui facciamo parte da sempre», per «manifestare così anche localmente, come stiamo facendo in queste ore a Roma, la solidarietà alla Cgil attaccata dalle consistenti e egemoni frange fasciste dei no vax, no pass», ma anche «per denunciare ancora una volta l’atteggiamento del sindaco di Como Mario Landriscina assente alla grande manifestazione unitaria del 9 dicembre del 2017 a Como indetta in risposta allo squadrismo fascista, assente alla manifestazione del 10 ottobre 2021 a Como di solidarietà alla Cgil, indisponibile a chiedere di costituirsi parte civile nel processo nonostante l’azione fascista si sia svolta nel 2017 in una sede di proprietà comunale».
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