#MiFidoDiTe: “A Ischia ha vinto Nettuno, ma il nostro impegno non finirà”

Domenica 10 ottobre a Ischia si è concluso il progetto #MiFidoDiTe, un’impresa sportiva e solidale inserita all’interno del circuito di gare in acque libere organizzato su scala nazionale da Italian Open Water Tour

Generica 2020

Domenica 10 ottobre a Ischia si è concluso il progetto #MiFidoDiTe, un’impresa sportiva e solidale inserita all’interno del circuito di gare in acque libere organizzato su scala nazionale da Italian Open Water Tour, organizzazione che ha sposato il progetto.

Una maratona a nuoto di 42 km in SETTE tappe, a sostegno della ricerca sulla Sindrome di Usher, legati l’uno all’altra, coscia a coscia, da una corda lunga solo 50 centimetri e da una fiducia totale.

Il progetto #MiFidoDiTe, nasce dall’incontro di Alessandro Mennella, ragazzo genovese affetto dalla Sindrome di Usher (una malattia rara che si manifesta con sordità alla nascita e una progressiva perdita della vista) e Rare Partners, una azienda milanese senza scopo di lucro che si occupa dal 2010 di supportare lo sviluppo di nuove terapie nel campo delle malattie rare utilizzando risorse finanziarie non profit. La fiducia reciproca ha dato il nome #MiFidoDiTe al progetto e alla raccolta fondi associata, fondi destinati alla ricerca per questa patologia rara devastante.

Generica 2020

Ecco il diario di viaggio dell’ultima tappa di Marcella Zaccariello:

Trovare le parole per descrivere il senso di incompiuto unito ad una crescente malinconia e una profonda gratitudine non è semplice.  Sono sentimenti cosi diversi che sembra impossibile  che possano convivere serenamente, eppure e’ cosi! Sarebbero stati gli ultimi 6km per arrivare alla fine di questa nostra maratona a favore della ricerca sulla Sindrome di Usher. Avremmo dovuto affrontare una traversata in mare aperto da Procida a Ischia. Sapevamo che avremmo dovuto nuotare in un mare probabilmente non semplice. Avevamo studiato le correnti, il vento, le traiettorie e ipotizzato i possibili problemi e concordato le soluzioni, i segnali e l’ordine dei gesti per un eventuale cambio lato. Ognuno a modo suo aveva già abbozzato l’immagine di quell’arrivo, di quell’ultima bracciata, l’adrenalina che diventa calore sciogliendosi in quell’ultimo nostro abbraccio e l’emozione di sapere che insieme ce l’avevamo fatta. La giornata di sabato era stata perfetta, il mare calmo, il calore del sole e quell’euforia da ultima tappa. Ma Nettuno ha detto no.

Ci eravamo dati appuntamento al campo gara presto, per il ritiro dei pettorali e per condividere insieme agli altri quell’atmosfera fatta di gesti, sguardi, sorrisi, che ritrovi ad ogni gara ma che domenica tutti sapevamo che sarebbe stata più speciale. Non ho avuto bisogno della sveglia. Sono stati il rumore della pioggia e il suono del vento a darmi il buongiorno. “Vuoi proprio farcela sudare questa finale caro Nettuno”, questo il mio primo pensiero prima di avvicinarmi alla finestra. Un mare gonfio, il castello Aragonese circondato dalla schiuma, gli alberi delle barche che oscillavano in balìa di un vento che con prepotenza voleva dire la sua. Sei arrivato bagnato come un pulcino, avvolto nella tua giacca a vento e con il tuo solito sorriso.

“Si partirà dopo?” mi chiedi. “Fidati di me Ale, oggi non si parte!”. Aspettiamo. Tutti sapevamo che Nettuno si era messo di traverso e in un rispettoso silenzio abbiamo trovato l’unico modo di affrontare l’attesa. Le ore sono scivolate via, una dopo l’altra, ma le condizioni non sono migliorate. La sicurezza prima di tutto. E’ ufficiale. La gara e’ cancellata. Seguono gli abbracci, le pacche sulla spalla, gli sguardi tra di noi e tra tutti i nuotatori di questa bellissima comunità. Ogni gesto è portatore di affetto. “Mi mancherà non vedervi uscire dall’acqua”, trattengo a stento la commozione nel sentire questa frase. Oggi Ischia si tinge di “rosa” il colore ufficiale di questa tappa.

Tutti indossiamo la maglia della gara in segno di gratitudine per un’organizzazione che con passione ci ha regalato un circuito fantastico, sette tappe di una bellezza sconvolgente e la possibilità di intraprendere il nostro viaggio indimenticabile, di quelli che ti restano dentro e che trovano nel cuore il posto naturale dove stare. Ogni singolo km ha rafforzato il nostro legame, affinato la nostra comunicazione, e insegnato che insieme si può. Non sono pronta a mettere un punto a questo progetto e a questa maratona mancata. Da domani riporremo la tua muta, faremo riposare un po’ i nostri muscoli, ma non finirà il nostro impegno insieme per supportare la ricerca sulla Sindrome di Usher.

Ci vediamo ….presto amico mio!

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Pubblicato il 12 Ottobre 2021
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