“Una persona alla mano”: Silvano Colombo racconta la sua vita per l’arte e nella storia di Varese
Il professore ha presentato, nella Biblioteca civica che diresse con i Musei, il “resoconto” delle sue vicende professionali e familiari

“Una persona alla mano” è il titolo del libro, edito da Menta e Rosmarino Edizioni, con cui Silvano Colombo, classe 1938, fa un resoconto della sua vita, dei suoi affetti familiari e del suo lavoro. Leggendolo ci si rende conto che il professor Colombo non solo è, nonostante le apparenze, “una persona alla mano” ma che con le mani e con l’intelletto si è dato molto da fare nelle svariate attività svolte con competenza e passione al servizio della crescita umana e culturale dei varesini.
Il libro, confezionato con la grafica sbarazzina di Elisa Saporiti, figlia acquisita dell’autore, è stato presentato nel tardo pomeriggio di oggi, 14 ottobre 2021, nel salone della Biblioteca civica di via Sacco, con la forma di un piacevole dialogo con l’attrice Betty Colombo. Nel volumetto, Silvano Colombo racconta le sue diverse esperienze di insegnante, dopo la laurea con lode conseguita all’Università di Pavia, e il suo rapporto fruttuoso con i giovani allievi ma sono le pagine dedicate ai quasi cinque lustri in cui fu direttore dei Musei civici, oltre che, anche se per un periodo inferiore, della Biblioteca comunale, che fanno capire il valore del suo apporto, sostenuto dagli amministratori comunali dell’epoca, alla crescita culturale della città e del territorio e quanto ci manchino oggi le competenze e le energie profuse allora. L’”esame di ammissione” il giovane Silvano Colombo lo superò nel 1963, quando collaborò con approfondite ricerche d’archivio alla mostra dedicata al Morazzone, maestro del Seicento lombardo.
Il riconoscimento del suo lavoro sulla genealogia di Pier Francesco Mazzucchelli fu il preludio alla sua chiamata, due anni più tardi, alla direzione dei Musei, incarico che mantenne fino al 1989. In quei ventiquattro anni, il professor Colombo, dopo aver ottenuto che la settecentesca Villa Mirabello fosse dotata dell’impianto di riscaldamento necessario all’apertura in tutte le stagioni, organizzò, oltre a innumerevoli mostre dedicate ad artisti varesini, due prestigiose esposizioni che sono entrate nella storia della cultura cittadina: la prima, nel 1983, dedicata a Francesco (del) Cairo, che ebbe risonanza nazionale e che attirò oltre 20mila visitatori, la seconda, nel 1984, dal titolo “Guttuso a Varese”, in cui fu esposta per la prima volta “Spes contra spem”, la celebrata opera del maestro di Bagheria dipinta nella sua villa di Velate. Significativi “segni dei tempi”, erano i tempi della perestrojka gorbacioviana, gli scambi artistici con l’Unione Sovietica: nel 1988, alla mostra “Pittori sovietici contemporanei a Varese” fece da contraltare l’esposizione a Mosca di Artisti varesini contemporanei e un anno dopo lo scambio si ripetè con l’aggiunta di un “tour” delle opere dei nostri artisti a Baku in Azerbaijan e a Tbilisi in Georgia.
Ma alle mostre, agli interventi di prestigiosi uomini di cultura anche in Biblioteca, alle conferenze e alle lezioni da lui stesso tenute va aggiunto l’apporto fondamentale di Silvano Colombo alla crescita del patrimonio artistico dei Musei civici mediante l’ottenimento di donazioni e lasciti di capolavori d’arte, che oggi costituiscono il “tesoro” del Museo d’arte moderna e contemporanea del Castello di Masnago.
Nel libro il professor Colombo dà conto delle altre numerose attività svolte durante e dopo la direzione dei Musei civici di Varese. Tra le più rilevanti la riapertura della Casa museo di Lodovico Pogliaghi a Santa Maria del Monte e la direzione della Raccolta delle opere d’arte di Villa Cagnola di Gazzada; la collaborazione all’istituzione del Liceo artistico varesino; la promozione del restauro di alcune antiche chiese del territorio come i gioielli romanici di Santo Stefano a Bizzozero, con l’apporto fondamentale dell’architetto Bruno Ravasi e di Santa Maria di Campagna a Ligurno. E ancora l’incarico di assessore alla Cultura del Comune di Castiglione Olona, dove il professore curò il rinnovamento del Museo della Collegiata.
Non si può dimenticare infine l’intensa attività pubblicistica di Silvano Colombo, autore di numerosi volumi e articoli dedicati alla storia dell’arte e dell’architettura sacra e curatore del monumentale “Varese vicende e protagonisti” del 1977 ma anche accattivante narratore di vicende personali e locali come nella guida “In giro per Varese” (1979), in “Carissimi nonni” (1980), un racconto della Varese di un tempo premiato da tre edizioni in pochi mesi, per finire con “Ciao nonno”, omaggio alla memoria del nonno materno Enrico Bianchi, il “campanatt” che fece risuonare le sue campane in Italia e nel mondo, e con il recente “Nobiltà del territorio varesino” (2020) che chi scrive ha avuto il piacere di “firmare” con il professore.
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