“Via Francisca e siti Unesco: un laboratorio di cultura” presentato al Sacro Monte il piano integrato culturale
Al centro espositivo Mons. Macchi un incontro ha illustrato gli obiettivi del Pic che vede come ente capofila la Comunità montana del Piambello
![Francisca Generico](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2021/10/francisca-generico-1255888.610x431.jpg)
E’ stato presentato questa mattina al centro espositivo Mons. Macchi, alla Prima Cappella del Sacro Monte di Varese, il Pic-Piano integrato cultura “Via Francisca e siti Unesco”, che vede come ente capofila la Comunità montana del Piambello.
L’assessore all’Autonomia e cultura di Regione Lombardia, Stefano Bruno Galli, ha spiegato l’importanza di questo progetto: «Siamo di fronte ad un territorio unico dal punto di vista culturale. Siamo nella provincia che ha il maggior numero di riconoscimenti Unesco in Italia, e il Pic mira alla valorizzazione integrata dell’offerta di questo territorio così ricco dal punto di vista culturale. La nostra regione potrà così fare scuola, costruendo reti che vadano a valorizzare il patrimonio culturale».
L’assessore ha poi sottolineato l’impegno concreto di Regione Lombardia, che partecipa con 392 mila euro, due terzi dei fondi totali a disposizione nel bando: «Ne vale la pena, perché è un progetto intelligente e ben studiato. I Pic possono essere la strada maestra per lasciarci alle spalle quello che è stato in questi anni di pandemia e guardare al futuro con rinnovata fiducia».
«Integrare significa “rendere intero” – ha detto Paolo Sartorio, presidente di Comunità Montana del Piambello – ed è questo che ci prefiggiamo di fare. Innanzitutto integrando i luoghi. Ma non solo. Questa dimensione non era sufficiente, così abbiamo allargato l’orizzonte e abbiamo ottenuto il favore, fra gli altri, del Fai e del Parco Campo dei Fiori. Vogliamo integrare le attività della cultura, in modo che queste possano arrivare a fare economia in una dimensione dove possano collaborare pubblico e privato».
«Per farlo – ha aggiunto Sartori – è necessario che il pubblico apra la strada e ponga le condizioni necessarie al privato per potersi innestare ed operare. Il primo “pieno di benzina” è necessario, altrimenti la macchina non può partire. E ci auguriamo di averlo fatto, e che gli operatori possano poi lavorare in maniera autonoma. Vogliamo integrare gli attrattori per creare un sistema di prodotti culturali».
E’ stata poi la volta di Simona Gasparini, responsabile della gestione operativa al Monastero di Torba, uno dei tre siti Unesco coinvolti nel progetto, che ha sottolineato le buone pratiche già messe in campo negli ultimi anni. La dottoressa Gasparini ha avuto modo di presentare anche il fitto calendario di appuntamenti, seminari e webinar pensati per tutti gli interessati (enti, privati, singoli cittadini) al progetto: dall’incontro che spieghi come avviene il reclutamento, l’attivazione e la fidelizzazione dei volontari Fai alla raccolta di fondi con le aziende a livello territoriale. Ci saranno anche momenti dedicati alla gestione e allo sviluppo dei beni culturali, un webinar per rafforzare la “coscienza di luogo” tanto cara al Fai e anche al ciclo virtuoso dell’acqua, elemento caratterizzante la Via Francisca in tutti i suoi 135 km.
L’incontro, come sottolineato da Archeologistics, uno dei soggetti coinvolti nel Pic, si è tenuto in un luogo simbolico: il Centro espositivo Mons. Macchi, sito esattamente al centro del territorio interessato dal Piano integrato e all’inizio della Via delle Cappelle, lungo la Via Francisca. Un altro dei tre beni Unesco. Il centro è punto di informazione per pellegrini e turisti, e va sempre più configurandosi, anche grazie al Pic, come hub culturale.
«Altra importante azione prevista dal Piano integrato è poi quella che riguarda le scuole», ha sottolineato Fabio Lamera, project manager del Pic, anticipando l’incontro previsto per il 4 novembre fra i vari partner che verranno coinvolti: «Un momento di scambio fra i professionisti del mondo della scuola e quelli dei musei, i cosiddetti educatori museali».
Oltre ai momenti educativi e ai cicli di eventi, il Pic prevede dei veri e propri interventi strutturali che andranno a migliorare e restaurare alcuni dei luoghi interessati dal progetto, fra questi il Museo Butti di Viggiù, l’Art – Antica rimessa del tram di Lavena Ponte Tresa, il Museo di Clivio e il Monastero di Torba. L’orizzonte temporale del progetto è dicembre 2022.
Anche Parco Campo dei Fiori, tramite le parole di Vincenzo Maffei ha voluto sottolineare la partecipazione al Pic, raccontando di come sia in progetto un allestimento, all’interno del Parco, dedicato ai massi che compongono la storia geologica del Varesotto, con pannelli illustrativi: «Quelle stesse pietre intese come materiale da costruzione, che hanno contribuito a tutto il patrimonio artistico di un’epoca e di un territorio. E che raccontano la storia della nostra provincia».
Per dirla con le parole del presidente Sartorio: «È un laboratorio di cultura. Per la prima volta realtà territoriali ed associative distanti si sono messe insieme ed accordate per dare luogo ad un esempio che porti la conoscenza e il nostro patrimonio ad essere traino dell’impresa».
Per maggiori informazioni: info.pic.va@gmail.com
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