Il progetto dell’Insubria che studia gli animali selvatici nelle aree verdi delle città

Abbiamo chiesto al professor Martinoli dell'Insubria di Varese di parlarci del progetto di ricerca e di studio degli animali - dal tasso agli scoiattoli - nel verde urbano di Gallarate e Varese

scoiattolo rosso

Da qualche mese è partito un progetto dell’Università degli studi dell’Insubria di approfondimento delle condizioni della fauna nei parchi pubblici nella provincia di Varese, capitanato dal professor Adriano Martinoli, biologo e docente di Zoologia e conservazione della fauna.

L’obiettivo è scoprire eventuali connessioni ecologiche tra il verde extraurbano e quello urbano, che porta diversi animali selvatici – come i tassi e gli scoiattoli – a stabilirsi permanentemente in giardini e boschi urbani.

Si parla naturalmente di fare uno screening «per sapere quali specie e la quantità», racconta Martinoli, «che a Gallarate abbiamo appena iniziato, mentre a Varese siamo già più avanti».

Nella città giardino, dove gli studi e la ricerca vanno avanti circa da un anno, vive stabilmente nel giardino dell’hotel Palace una coppia di allocchi (dei rapaci notturni della famiglia degli strigidi): «Sono dei predatori di roditori e possono, indirettamente, influire nel controllo della loro diffusione».

In un altro parco è stata trovata la tana di un tasso, che è dell’area extraurbana ed è l’ultimo animale che ci si aspetterebbe di trovare in città: «Si tratta di trovare una connessione ecologica tra il verde extraurbano e il verde urbano, che si lega a molti temi del Pnrr per le città ecologiche», continua il professore, «siamo ancora in una fase intermedia, ma ciò ci permette di coinvolgere i cittadini nei processi scientifici: abbiamo uno studio sulle aree verdi urbane e loro comunicano con noi tramite l’invio di foto di animali noti o meno noti».

Inoltre, la collaborazione dei cittadini dà un quadro di monitoraggio capillare, «un’interfaccia diretta di collaborazione tra ricercatori e cittadini, che offrono informazioni di prima mano e precise, insieme alla possibilità di attingere a dei dati reali: un doppio canale di citizen science».

Le colonie di scoiattoli rossi

Tra le popolazioni “urbane” di scoiattoli rossi ci sono i parchi di Villa Toeplitz e Villa Baragiola, quella di Parco Bassetti a Gallarate e quella del  parco vicino all’ospedale. Le “colonie urbane” sono studiate anche dai ricercatori dell’Università dell’Insubria, che hanno anche pubblicato una ricerca sullo stress delle popolazioni di scoiattoli rossi in ambito urbano e pienamente naturale.

I dati di Varese a disposizione sono più precisi: si parla di nuclei di 7-8 scoiattoli ciascuno per le aree verdi di Villa Toeplitz e Villa Baragiola, «che mantengono una relazione con quelli che vivono all’esterno». Martinoli parla del fenomeno, impensabile dieci anni fa, dell’adattamento di vita in un ambiente urbano, «un’interazione che nel prossimo futuro dovremo conoscere bene».

Ecco perché è necessario eliminare gli scoiattoli grigi, in Emilia Romagna come in altre regioni

Il problema dello scoiattolo grigio

Martinoli, dunque, non può non ritornare sull’argomento dello scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) e della tanto discussa decisione di Regione Emilia Romagna: sopprimerlo, essendo una specie considerata fra le 100 specie più invasive del Mondo dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).

Lo scoiattolo grigio è comparso nel Regno Unito a fine Ottocento, mentre in Italia è arrivato nel 1948 in Piemonte; le prime segnalazioni in Lombardia risalgono agli anni Novanta: la sua presenza è dannosa per lo scoiattolo autoctono, ovvero quello rosso; adattandosi all’ambiente europeo, è in grado di sottrarre allo scoiattolo le risorse alimentari che immagazzina per poter sopravvivere durante l’inverno. Più grosso, più forte e resistente, il grigio condanna all’estinzione il rosso.

«Si tratta di un problema legato a una forma di inquinamento urbano», spiega il professore, «ed è in fase di ampliamento, a causa di una mancata gestione». Il dibattito si è spostato su 2 linee tematiche: l’efficienza gestionale della rimozione (come nel caso dell’Emilia Romagna) e la questione culturale, ovvero di una «maggiore empatia verso alcune specie rispetto ad altre, che porta ad adottare un approccio estetico ed empatico verso lo scoiattolo grigio e non verso la zanzara tigre, che rappresentano lo stesso problema trattandosi di specie alloctone che minacciano la sopravvivenza di altre».

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com

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Pubblicato il 22 Ottobre 2021
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