“Spostare la direzione regionale di Bper da Varese a Milano è uno schiaffo al territorio”

Martedì inizieranno le trattative. Secondo il sindacato dei bancari, avere una direzione regionale "era garanzia di un'attenzione al tessuto economico e sociale"

cambio Ubi-Bper

Nel piano di riassetto di Bper sui territori, oltre all’annuncio di 1700 esuberi su base volontaria, sono previsti gli spostamenti delle direzioni regionali di Varese e Bergamo su Milano. Una decisione che ha generato non poca sorpresa nelle organizzazioni sindacali che in questi giorni incontreranno i vertici della banca per discutere degli esuberi, dell’armonizzazione contrattuale e della ridefinizione organizzativa degli ambiti territoriali.

In provincia di Varese la banca di Modena ha acquisito da Intesa Sanpaolo 67 filiali dell’ex gruppo Ubi, un passaggio che ha coinvolto circa 700 lavoratori.
«Quando venerdì è arrivata la documentazione per l’avvio della procedura – spiega Alessandro Frontini segretario provinciale della Fabi – siamo rimasti sorpresi da questa decisione perché la costituzione di una direzione regionale era un’importante novità e anche un segnale di attenzione e considerazione che Bper dava al territorio».
Lo stesso Simone Maci, responsabile della direzione regionale varesina, in un’intervista del 21 marzo scorso sottolineava l’importanza di questa operazione voluta da Bper in quanto si inseriva «nel solco della continuità assoluta di presenza e di valori».

Dopo l’uscita di scena di Ubi Banca, la presenza di una direzione regionale a Varese di Bper era stata dunque salutata con favore dalle parti sociali, in quanto rappresentava una garanzia di vicinanza al territorio per le decisioni sulle politiche di credito. «Questa scelta è uno schiaffo al territorio – sottolinea Alberto Broggi, segretario provinciale della First Cisl -. È una riforma organizzativa che viviamo con particolare preoccupazione perché ancora una volta penalizza la provincia di Varese».

La scelta di Bper è di fatto un ritorno al recente passato di Ubi, che territorialmente era suddivisa in macroaree interregionali.  Varese, così come Bergamo, fino a qualche anno fa rientrava nell’area Nordovest. Il sindacato è dunque preoccupato della perdita di potere decisionale del territorio che potrebbe accentuarsi nel prossimo futuro alla luce del risiko bancario ancora in atto nel Paese. «In provincia di Varese sono presenti quasi tutti i gruppi bancari – spiega Broggi – e poiché il movimento di fusioni e acquisizioni è tutt’altro che terminato, ci potrebbero essere ulteriori sorprese negative che si sommano a questa decisione di Bper. Bisogna ricordare alle banche che la responsabilità sociale di impresa le riguarda da vicino e che certe decisioni vanno ponderate anche in termini di impatto sulla coesione sociale».

Domani, martedì 26 ottobre, il sindacato di categoria siederà al tavolo delle trattative con un’ulteriore preoccupazione di fondo. «Per un gruppo come Bper che non aveva una storia in questa provincia – conclude Frontini – la presenza di una direzione regionale era garanzia di un’attenzione ancora più alta al tessuto economico e sociale. Con questa manovra ci saranno impatti sul personale sia in termini di mobilità territoriale che professionale, effetti che cercheremo di ridurre al minimo».

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Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 25 Ottobre 2021
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