Tutti bocciati nella Openjobmetis umiliata da Reggio Emilia
Egbunu è forse l'unico ad avere un pizzico di vivacità. Anche le seconde linee (De Nicolao, Sorokas, Ferrero) sono spazzate via. E Jones segna solo a partita persa
KELL 5 – Mette assieme cifre offensive interessanti – 17 punti con il 63% dal campo – e a un lettore che non ha visto la partita potrebbe dare l’impressione di salvarsi, tabellino alla mano. La realtà però è diversa: le statistiche non raccontano la regia nulla (ma gli zero assist potrebbero essere un indice), le difese soft, i salti inutili per aver abboccato a ogni finta di Candi. C’è invece il 57% ai tiri liberi, dato in cui ha rivaleggiato con i compagni nell’avere la percentuale peggiore.
GENTILE 4,5 – Fino a due terzi di partita lo avremmo quasi salvato, un po’ perché comunque qualche canestro era riuscito a inventarlo, un po’ perché ha iniziato a mettersi in proprio quando ha capito che per i compagni non c’era modo di incidere. Però, poi, ha smesso di difendere e ha forzato troppe situazioni, facendosi travolgere come il resto del gruppo.
AMATO 4 – Tredici minuti, una tripla a segno e cinque sul ferro senza altro da segnalare. Nemmeno un moto d’orgoglio.
SOROKAS 4 – Vertemati lo inserisce prima per il fantasma di Jones e poi anche per Egbunu nel tentativo di dare più solidità a una difesa di carta velina bagnata. Il lituano non riesce nel suo intento, qualunque esso fosse. Tre punti raccattati, un impatto iniziale decente andato poi a sfumare con il passare del tempo.
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DE NICOLAO 4 – Nella serata in cui non sbaglia un tiro e segna 7 punti, dà forse la peggiore prova di sé da quando è a Varese. Confuso, falloso (5), regolarmente battuto da Crawford, in crisi nella gestione (3 palle perse). Gli va bene solo che, alle sue spalle, spunta un Amato altrettanto abulico, altrimenti avrebbe perso ulteriore spazio e considerazione.
WILSON 4 – Gioca 3′ veri nei quali infila una bomba e prende un paio di iniziative, per quanto inefficaci. Poi ciao, torna a fare il soprammobile, superato alle spalle dai tagli degli attaccanti, buono a malapena a fare la sponda in attacco e a far rifiatare i compagni di reparto. Due assist, a sorpresa ma neanche un rimbalzo, nemmeno per caso. E stavolta non aveva neppure Beane a mettergli pressione nello stesso ruolo.
EGBUNU 5,5 – Con tutte le sue mancanze, le sue fatiche, i suoi ritardi, è forse l’unico che non ci sentiamo di colpevolizzare. Provate voi ad arginare gli avversari dopo che la prima linea resiste il tempo di un blocco. Provate voi rendervi utili quando in attacco l’unico modo per toccare il pallone è salire con le mani all’altezza di quattro metri per strappare un rimbalzo. E provate voi ad andare con costanza a rimbalzo difensivo quando si è costretti a cambiare marcatura e a prendere in consegna gente più piccola che vi porta al largo prima di infilzarvi. Uno che si infuria dopo essere stato sostituito significa che, almeno, un po’ di fuoco dentro lo deve avere.
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FERRERO 4 – Che non potesse cambiare le sorti dell’incontro era evidente (ma neppure LeBron James o Stephen Curry, stasera, ci sarebbero riusciti). Il suo passaggio sul parquet, però, non è accompagnato da alcuno squillo, solo dal rumore del ferro che ha respinto tutti i suoi tentativi. Con Strautins e il suo triennale stracciato, dall’altra parte, a fare le onde.
JONES 4,5 – Mezzo punto in più solo per le statistiche, ma di certo non ci rende felice un americano – un americano con pedigree, mica Wilson – che per la seconda partita arrotonda le statistiche a risultato largamente compromesso. Dei 14 punti a referto, ne segna 11 a “buoi scappati” e dal punto di vista tecnico non va oltre la situazione “testa bassa, spallata e speriamo di saltare più in alto del difensore”. Menzione speciale per il suo avvio di gara in cui sbaglia praticamente ogni lettura, prima ancora di ogni tiro.
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