Aumentano gli accessi Covid in pronto soccorso: “Venite solo se c’è vera urgenza”
L'appello lanciato dal primario professor Ageno che spiega come è organizzato l'accesso in PS. I casi più gravi tra chi non è vaccinato
La quarta ondata è iniziata. I dati che registra il pronto soccorso di Varese sono chiari : rispetto a una media tra 1 e 3 richieste di cura per sintomatologia respiratoria da inizio a metà novembre, nell’ultima settimana le domande sono state quasi sempre attorno alle dieci: « Questo aumento ci costringe e rivedere l’organizzazione del pronto soccorso al Circolo – spiega il primario del PS varesino professor Walter Ageno – abbiamo dedicato un medico fisso alla sala dove accedono quanti presentano problemi respiratori».
IN CONDIZIONI CRITICHE I NON VACCINATI
«Di solito, arrivano già con un tampone antigenico positivo. Vediamo anche persone in condizioni già critiche. Si tratta nella totalità di persone non vaccinate. Senza alcun tipo di copertura, il virus innesca la malattia più aggressiva».
VENITE IN PS SE C’E’ VERA URGENZA
L’aumento di casi Covid, con la necessità di spostare un medico fisso sul percorso separato, comporta riflessi su tutta l’attività del reparto di accesso all’ospedale: « È chiaro che questa complessità rallenta l’attività anche nella parte di pronto soccorso per tutte le altre patologie. Venite in PS quando effettivamente c’è un bisogno urgente di cure».
QUANDO C’E’ VERA EMERGENZA?
Quando una richiesta di cure non può essere definita urgente? Quando, per esempio, è relativa a un dolore o a un disturbo che si protrae da giorni. In questi casi si deve chiamare il proprio medico curante e definire con lui il percorso di cura: «Ci rivolgiamo a quanti possono rivolgersi prima al proprio medico di medicina generale. È importante anche non commettere l’errore di evitare il PS come avvenne durante la prima ondata».
TAMPONI A TUTTI COLORO CHE ENTRANO IN PS
In questi giorni, gli accessi in PS a Varese sono in leggerissimo calo, la media è di 140 persone: « Anche nella parte “pulita” del PS – spiega il professor Ageno – manteniamo il più possibile il distanziamento e il rispetto delle regole di sicurezza. Se, però, le barelle aumentano è chiaro che dobbiamo gestire tale complessità. Per questo motivo, tutti coloro che entrano in PS, anche nella parte non covid, si sottopongono a tampone antigenico. Se la situazione è di emergenza, però, interveniamo subito, senza aspettare».
CIRCOLA ANCHE IL VIRUS INFLUENZALE
Rispetto allo scorso anno, inoltre, si stanno registrando anche i primi casi di influenza: « Non sono tanti ma ci sono – spiega il professor Ageno – quindi occorre valutare bene la sintomatologia anche se il tampone ci permette di escludere o meno il contagio da SarsCoV2. Quest’anno, c’è una maggiore socialtà e un inferiore utilizzo delle mascherine: per questo si cominciano a contare anche casi influenzali, che lo scorso anno non vennero registrati».
TAG ARTICOLO
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Clara Fiore su 2024 da record, l'Ospedale del Ponte è tra i primi quattro centri lombardi per numero di accessi
gokusayan123 su Rissa al bar a Saronno, il Questore dispone la chiusura del locale per 30 giorni
feimoncb su Poste centrali di Busto Arsizio: ecco come chiudere l'anno perdendo un cliente
italo su Poste centrali di Busto Arsizio: ecco come chiudere l'anno perdendo un cliente
lenny54 su Botti vietati a capodanno a Varese
GianPix su Arriverà domani
Alla prossima manifestazione di tutti i scellerati no-qualcosa mi ricorderò delle prestazioni mediche dilatate o rimandate, di chi fino a ieri berciava da virologo da strada e poi esige le cure dei sanitari andando ad occupare posti negli ospedali.
Se preferite l’ignoranza alla scienza, la sofferenza alla prevenzione fate pure ma dovreste soffrire a spese esclusivamente vostre. L’Italia ne ha le scatole piene della vostra follia del sabato pomeriggio.