Come continuare a fare giornalismo di qualità, se ne parla a Glocal 2021

Inchieste, verifica delle informazioni e come presentare le storie a dei lettori che trascorrono sempre più tempo sui telefoni al centro dell'incontro di venerdì mattina con Luca Sofri, Cecilia Anesi, Mads Nyborg Stostad e Marianna Bruschi

glocal sofri

Fare inchiesta e portare ai lettori un’informazione curata è un lavoro complesso: servono fondi, abilità, ma soprattutto tempo. E qui nasce la domanda: c’è ancora abbastanza tempo per il giornalismo di qualità? Se ne è parlato venerdì 12 novembre a Glocal, il festival del giornalismo digitale a Varese, insieme a Luca Sofri, direttore di Il Post, Cecilia Anesi, giornalista co-fondatrice di Irpimedia, Mads Nyborg Stostad giornalista NRK, stazione televisiva in Norvegia
e Marianna Bruschi, digital editor La Stampa.

Esperienze come Irpimedia mostrano come anche i lettori italiani sono interessati a un’informazione di qualità che non si fermi ai fatti, ma che li verifichi in modo accurato, che approfondisca i dettagli, e che spieghi al lettore perché le notizie che tratta siano importanti. «Per fare giornalismo di qualità – afferma Cecilia Anesiserve tempo, ma forse la cosa più importante è saperlo gestire al meglio. Fondamentale è anche la collaborazione coi giornalisti di testate internazionali e nazionali, ma anche coi giornalisti locali, capaci di far emergere storie e situazioni impossibili da scovare in altri modi».

Ma il giornalismo di qualità si costruisce anche nel momento in cui si presenta la notizia ai lettori: lettori che trascorrono sempre più tempo al telefono. È quindi necessario cominciare a pensare come rendere le storie coinvolgenti sfruttando le funzionalità di questi dispositivi. Questo è proprio ciò su cui lavora Mads Nyborg Stostad: giornalista di NRK, stazione televisiva e radiofonica norvegese. «Su mobile – spiega Mads Nyborg Stostad – raccontiamo le nostre storie in modo lineare, secondo un formato dove foto e video diventano parte integrante della narrazione accanto al testo. L’obiettivo è raccontare le nostre storie ai lettori con un linguaggio semplice e in un modo coinvolgente, come se fossero un film. La nostra esperienza mostra quanto le persone siano veramente alla ricerca di un’informazione di qualità, ed è importante riuscire a offrirla anche su mobile, dove i lettori trascorrono più tempo».

Altro tema importante è la sostenibilità economica del giornalismo di qualità. Luca Sofri, direttore del Post, ha portato a Glocal l’esperienza della sua testata. «Che esistano problemi di sostenibilità riguardo il giornalismo d’inchiesta – afferma Luca Sofri – e il mondo dell’informazione in generale è innegabile. È importante individuare i giusti contenuti e le modalità per trattarli. Non credo ci siano ragioni morali per cui debba essere pagata l’informazione, ma laddove si trovino forme di sostentamento economico in cui siano i lettori a pagare e non ci si basi solo sulla pubblicità ben venga».

Il mondo del giornalismo esce da un periodo in cui si pensava che nessuno sarebbe più stato disposto a pagare per l’informazione online, ma negli ultimi anni qualcosa è cambiato. «Brexit e l’elezione di Donald Trump – aggiunge Sofri – sono stati due eventi con ricadute enormi che si sono verificate col concorso in entrambi i casi di un’informazione ingannevole. Con questi due eventi si è iniziato a capire meglio quanto poter contare su un’informazione attendibile fosse qualcosa di importante e per cui le persone sarebbero state disposte a pagare».

Alessandro Guglielmi
alessandro.guglielmi@varesenews.it

 

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Pubblicato il 12 Novembre 2021
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