Festa grande per il Saltriosauro, ospite d’onore del nuovo Museo all’aperto del Monte Orsa
E' stato inaugurato il nuovo Museo all'aperto del Monte Orsa al cui centro campeggia una riproduzione molto fedele e a grandezza naturale di un esemplare di Saltriovenator Zanellai

C’erano tante autorità oggi pomeriggio a Saltrio. Per la cerimonia di inaugurazione del nuovo Mamo, il Museo all’aperto del Monte Orsa, sono arrivati i sindaci della Valceresio, il presidente e gli assessori della Comunità montana del Piambello, esperti e ricercatori, ma l’attenzione del numeroso pubblico presente era tutta per lui: il grande Saltriosauro che domina la scena del nuovo parco tematico.
La riproduzione a grandezza naturale di un esemplare di Saltriovenator Zanellai, il nome scientifico del Saltriosauro, è il punto di attrazione del nuovo parco didattico che sorge ai piedi del monte Pravello, realizzato dall’amministrazione comunale con il supporto operativo di molti volontari e in particolare dell’associazione Amici del Monte Orsa, da cui l’idea è partita alcuni mesi fa. Ma il suggestivo Saltriosauro è solo uno dei temi che si sviluppano nel parco, pensato come un libro aperto sulla storia, la natura e l’ambiente della parte italiana del sito Unesco del Monte San Giorgio.
Nell’area del parco didattico sono state piantati diversi alberi autoctoni con schede descrittive, mentre lungo il percorso sono state installate diverse formelle in terracotta, realizzate con dagli allievi del liceo artistico di Varese, che illustrano la fauna della zona. Al centro del parco è stato inoltre ricostruito un tratto della Linea Cadorna, la fortificazione realizzata lungo la linea di confine tra il 1899 e il 1918, ancora visibile e visitabile fra i monti Orsa e Pravello.
«Tre parole spiegano questo luogo – ha detto il sindaco di Saltrio Maurizio Zanuso – Risorsa, ma non come sfruttamento della risorsa, bensì come cura della risorsa e del territorio. La seconda parola è rete: Saltrio è inserita in una comunità di comuni italiani che insieme a quelli svizzeri hanno il privilegio di condividere un riconoscimento importante come il patrimonio mondiale dell’Unesco. Noi oggi non inauguriamo solo un luogo, ma insieme agli altri comuni oggi rappresentati qui dai sindaci del territorio e dalla Comunità montana vogliamo che ci sia un percorso collegato, che deve fare rete, stabilire relazioni, nella direzione di un aumento della qualità della vita e dei territori che abitiamo. La terza parola, infine, è gratuità, ed è ispirata dalle attività che svolgono le associazioni, un’attività del tutto volontaria e gratuita che si rivolge al proprio paese e alla propria comunità. Questo luogo è il frutto di queste tre parole, di questi pensieri che hanno animato chi lo ha pensato, voluto e realizzato».
Il parco di Saltrio, sempre aperto e visitabile, è un ulteriore punto di interesse nell’area italiana del sito Unesco, e va ad arricchire un ventaglio di opportunità che spazia dai due musei – quello di Besano e quello di Clivio – alle numerose escursioni sui sentieri dei Monti Orsa e Pravello, fino allo spazio della Cava Brusata, recuperata pochi anni da proprio dall’associazione Amici del Monte Orsa.
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