A Gallarate un flash mob contro la violenza sulle donne
Un corteo di uomini sfilerà con cravatta rossa e mascherina rossa da Largo Camussi fino a Piazza Italia
Da dove parte la cultura discriminatoria verso il genere femminile? Per l’associazione Penta di Gallarate – che da anni sensibilizza sul tema della violenza sulle donne nel gallaratese coinvolgendo scuole e comuni – la risposta risiede negli stereotipi, nella cultura patriarcale e maschilista ancora oggi molto marcata.
Per questo, Penta ha organizzato diversi flash mob, in provincia e non: domenica 21 novembre saranno a Settimo Milanese (a partire dalle 14), domenica 27 a Gallarate, Oppido Lucano, Canta, Mariano Comense e Lomazzo alle ore 16. Lunedì 28 novembre a Seregno e Arosio. La manifestazione è prevalentemente rivolta agli uomini che dicono no alla violenza.
Nello specifico, a Gallarate, la manifestazione in questione consisterà in un corteo di uomini che sfileranno con cravatta rossa e mascherina rossa da Largo Camussi fino a Piazza Italia.
Un tema sempre attuale
In tutto il mondo una donna su tre, nell’arco della vita, subisce violenza fisica o psicologica, sottomissione anche economica, dipendenza affettiva, isolamento.
Ancora oggi è considerevole la quota di donne che non parla delle violenze subite e lo fa per timore di maggiori ritorsioni o per paura, a
volte anche per inconsapevolezza. Il sommerso è ancora troppo alto. Nonostante tanto sia stato fatto, la donna non è ancora tutelata né protetta sia a livello culturale che giuridico, benché la nostra sia considerata una società civile e avanzata, come ci definiremmo oggi.
Le donne che denunciano non vengono messe adeguatamente sotto protezione, pur avendone diritto. La denuncia spesso conduce al ritiro
della denuncia stessa. Le leggi non aiutano alla risoluzione del reato denunciato. Ci sarebbe bisogno di leggi più severe, ovunque nel mondo e anche in Italia.
I dati dicono che Il 51% dei reati denunciati da donne vittime di violenza sono sfociati in omicidi commessi da padri, partner, ex partner o figli. È una dura realtà che prende forma ogni giorno in ogni continente.
“L’amore non è violenza”
Per questo Penta da anni porta avanti la campagna “L’amore non è violenza”: «Una presa di coscienza collettiva diretta e immediata soprattutto per le nuove generazioni, quelle alle quali dobbiamo insegnare ad essere previdenti. La prevenzione la facciamo attraverso eventi, serate e con progetti scolastici mirati».
«La violenza inizia con piccoli gesti quotidiani: atteggiamenti svilenti, offese apparentemente innocue che diventano routine, una spirale
soffocante e pericolosa; la donna si trova intrappolata e spesso senza scampo. Lentamente il futuro abusante incomincia a dettar regole rigide, pretese, iniziano le aggressioni, la gelosia morbosa».
Poi il primo schiaffo, i pugni, gli insulti, l’isolamento sociale,il controllo ossessivo, la privazione economica. Punizioni e minacce, perversioni e coercizioni sessuali. La vittima viene man mano espropriata del proprio sé e della propria capacità di giudizio. Cerca di mediare, di evitare, nel tentativo disperato di assecondarlo per evitare peggioramenti, fino a che la donna non reagisce più e non agisce, ma subisce, intrappolata, fintanto da sentirsi spesso colpevole e causa primaria della violenza che subisce.
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