Gli studenti alla scoperta della Gallarate del Risorgimento
L'immancabile Garibaldi, i cospiratori della farmacia Dahò, Filippo Guenzati deportato allo Spielberg: sono alcuni dei protagonisti del racconto proposto dalla Studi Patri ai ragazzi e alle ragazze delle scuole medie Majno
Una mattina alla scoperta della Gallarate risorgimentale: è il tour proposto dalla Società Gallaratese per gli Studi Patri a otto classi terze delle scuole medie Majno.
L’avvocato Massimo Palazzi e il presidente architetto Matteo Scaltritti hanno accompagnato i ragazzi in una camminata nel centro storico della città, toccando i luoghi che videro eventi legati al periodo di lotta per la formazione dell’Italia Unita. Gallarate nell’Ottocento era un borgo ancora poco esteso e i punti storici si trovano a poche decine di passi l’uno dall’altro.
La partenza del tour non poteva che essere in piazza Garibaldi, non solo per la presenza della statua dell’eroe dei due mondi, ma anche per il ruolo svolto nella Gallarate risorgimentale dalla farmacia Dahò, ritrovo di cospiratori contro l’Impero austriaco, da alcuni identificato anche come sfondo di “Romanticismo”, dramma del 1901 di Gerolamo Rovetta che ebbe un largo successo di pubblico.
Seguendo la traccia fisica costituita dalle lapidi che fanno memoria degli eventi, il percorso ha portato poi alla scoperta della figura di Filippo Guenzati, patriota italiano deportato dagli austriaci nella famigerata fortezza dello Spielberg (oggi nella cittò di Brno, in Slovacchia). Al di là del tema risorgimentale, Scaltritti e Palazzi hanno dato anche qualche immagine della Gallarate di allora, quando ad esempio la piazzetta oggi dedicata a Guenzati era la “piazza delle beccherie”, dove affacciavano il macello cittadino (con il piccolo corso d’acqua dell’Arnetta, derivato dall’Arno, che fungeva da scarico dei residui) e l’ospedale dedicato a Sant’Antonio Abate (poi sostituito sulla piazza dal palazzo della famiglia Orlandi, “la casa di pietra”).
Poco oltre, tappa al Teatro Condominio, simbolo della Gallarate borghese di allora ma anche luogo della rinascita italiana, per il passaggio di Garibaldi e per la memoria del plebiscito con cui venne ratificata l’Unità d’Italia (ma ci passò anche Cesare Battisti, protagonista della Prima Guerra Mondiale, compimento dell’Unità nazionale e considerata dalla storiografia risorgimentale come “quarta guerra d’indipendenza”).
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Ultimo passaggio, in piazza Libertà, con un confronto tra l’immagine della Gallarate d’allora e quella odierna della piazza. Compresa la “riscoperta” della chiesa di San Pietro, attuata dalla Società Gallaratese per gli Studi Patri tra l’ultimo quarto dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, in un quadro di valorizzazione della storia nazionale che identificava anche il medioevo come periodo di libertà (l’età dei Comuni contro il potere accentratore dell’impero).
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