La parabola di Orazio Tallarida, dai gazebo alla guida di Forza Italia a Busto Arsizio
Anni e anni di militanza da seconda linea sempre fedele alla causa, ora è il suo momento alla guida del partito che fu la casa di Gigi Farioli. Questa sera saranno uno di fronte all'altro in consiglio comunale
Per oltre 25 anni Forza Italia è stata Gigi Farioli, ora è il momento di Orazio Tallarida. Mentre l’ex-sindaco annuncia di fare un gruppo unico con le forze cristiano-popolari e i riformisti di Renzi e Calenda, l’ex-tuttofare, uomo dei gazebo e fedele servitore della causa berlusconiana prende le redini di un partito che sta attraversando il suo deserto ( se paragonato a quello che ha rappresentato nel recente passato del Paese) con un buon 8% dei consensi raccolti nella città che lo ha adottato e lo ha portato in consiglio comunale per la seconda volta.
Tallarida raccoglie un’eredità pesante con la consapevolezza che «ci sono matrimoni finiscono anche dopo tanti anni» e con la certezza che Forza Italia si deve rinnovare, «ci sono tanti giovani che mi seguono e tanta gente nuova che è entrata. Senza tutte queste persone non si sarebbe riusciti a fare una lista. Persone senza nessuna pretesa hanno messo la faccia».
A poche ore dal primo consiglio comunale e con ancora un pesante lutto che lo ha colpito, Orazio Tallarida siederà nell’aula esagonale senza alcuna recriminazione da fare, ne per sè (anche quando ha dovuto fare un passo indietro) ne per il suo partito: «Ho sempre creduto in Antonelli sin dall’inizio della sua parabola politica. Abbiamo portato l’8,3% e lo abbiamo fatto vincere al primo turno. Ho rispettato i patti stabiliti dalle segreterie provinciali nella formazione della squadra di governo. Il clima rispetto al primo mandato è cambiato, c’è molta più distensione nella maggioranza. La quadra è stata trovata in pochissimo tempo. Cosa che non avveniva in passato».
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