La solitudine dei giovani e l’odio dentro e fuori la rete: da Varese parte il contrasto al cyberbullismo
Ventuno scuole, cinquanta studenti, tre giorni di lavoro in presenza. Sono i numeri dell'hackathon promosso dal liceo Crespi di Busto Arsizio ospitato dal Comune di Varese
È la solitudine il peggior nemico di un adolescente. Quella sensazione di abbandono che lo trascina nella rassegnazione e lo rende facile preda del bullismo e, ancora di più, del cyberbullismo.
Se ne è parlato questa mattina nella sala Montanari di Varese dove le autorità istituzionali e scolastiche hanno aperto la seconda giornata di lavori di “U(n)perfect Hack”, l’hackathon regionale organizzato dal liceo Crespi di Busto Arsizio e che coinvolge 21 scuole lombarde per una totale di una cinquantina di ragazzi.
Da ieri, mercoledì 3 novembre, gli studenti stanno lavorando divisi in squadre nel Salone Estense per preparare un progetto di contrasto a un fenomeno vissuto con ansia e paura: « Dal sondaggio preparatorio che c’è stato – spiega la dottoressa Laura Virli, rappresentante del Ministero dell’Istruzione dove si occupa proprio di contrasto al bullismo – è emerso che il primo sentimento diffuso tra i ragazzi è la solitudine. Una condizione che l’isolamento della pandemia non ha fatto altro che amplificare, portando i ragazzi a creare un mondo virtuale parallelo, dove hanno dovuto confrontarsi e gestire l’immagine di sé nella solitudine della propria cameretta».
L’adolescenza è un momento delicato, dove si esce dal caldo nido famigliare per andare ad esplorare il mondo circostante e ad affermarsi come individuo. Una fase che, di solito, si affronta con i pari, gli amici, i compagni ma che il lockdown ha impedito: « È subentrata la piazza virtuale e la comunicazione digitale – fa notare ancora Laura Virli – con tutte le norme e le regole che questa impone. Purtroppo, però, non c’è grande conoscenza di questo universo. I genitori non lo conoscono e lo maneggiano con cautela proprio perché impreparati. I ragazzi non ne possono fare a meno, ma hanno bisogno di educazione e formazione. In questa carenza formativa, si insinuano il body shaming, il profilo fake, l’odio e il fango, difficili da gestire. È importante, quindi, cominciare a ragionare su un percorso di cittadinanza digitale a cui devono partecipare anche i genitori, spesso inconsapevoli di ciò che accade e distratti, più o meno volontariamente. Occorre contrastare la deresponsabilizzazione ed educare i genitori a farsi carico anche dell’uso tecnologico dei propri figli».
La prima giornata di hackathon ha visto la proiezione dei 21 video, realizzati dalle diverse scuole: « Immagini molto forti – ha sottolineato la dirigente del Crespi Cristina Boracchi – dove si è fatto esplicitamente riferimento al suicidio. Da qui, occorre lavorare e coinvolgere gli adolescenti nella riflessione e nella maggiore responsabilizzazione. Dal sondaggio condotto tra 5500 studenti emerge che circa il 30% dei ragazzi preferisce l’omertà davanti ad atti di bullismo. Anche questo è un dato che ci deve stimolare a lavorare, per individuare efficaci percorsi di crescita e di contrasto alla violenza fisica e verbale».
Presente all’apertura dei lavori che coinvolgevano i docenti il Prefetto di Varese Dario Caputo: « Le istituzioni sono impegnate nel contrasto a bullismo e cyberbullismo e la legge del 2017 ne è una dimostrazione. Ora attendiamo che il legislatore regoli anche il più vasto campo del bullismo che altro non è che una forma di discriminazione che poggia su un’idea di superiorità e contrasta la diversità. Esattamente il contrario di quanto afferma il dettato costituzionale. Tutti, istituzioni, famiglie e semplici cittadini, siamo chiamati a impegnarci perché si realizzi quel disegno indicato dalla nostra Carta Costituzionale».
Ai ragazzi, al loro grande sacrificio durante la pandemia e all’esemplare comportamento tenuto ha fatto riferimento il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana che ha ricordato gli oltre 650.000 minori vaccinati : «A dimostrazione del grande senso di responsabilità maturato. Dobbiamo stare vicini ai nostri giovani e sostenerli nel percorso di crescita e di maturazione. Il bullismo e, ancora di più, il cyberbullismo, che amplifica ogni azione di odio o prevaricazione, vanno contrastati puntando sull’educazione e sulla lotta all’ignoranza. Non dimentichiamo, però, che spesso anche il bullo ha una storia e dinamiche relazionali su cui vale la pena riflettere e intervenire».
Presenti anche Marco Bussetti in rappresentanza dell’Ufficio scolastico regionale, che ha invitato il mondo della scuola a fare sintesi delle molteplici iniziative prodotte sul tema del bullismo così da incardinare i valori emersi in progetti di educazione di cittadinanza, e Giuseppe Carcano direttore dell’Ufficio scolastico di Varese, che ha sottolineato il valore della metodologia dell’hackathon efficace nello sviluppare capacità e competenze trasversali attraverso un metodo del confronto e del laboratorio.
Il pericolo dell’isolamento e della solitudine amplificato dai social è ritornato nel saluto del Sindaco di Varese Davide Galimberti che ha ricordato il grande sacrificio sostenuto dai più giovani durante il lockdown e dalla pericolosa deriva all’isolamento, da cui occorre al più presto uscire con una sforzo congiunto che vede protagonisti tutti gli attori principali: famiglie, scuola e mondo sportivo.
Venerdì 5 novembre, la sfida crossmediale raccolta dai circa 50 studenti lombardi, vedrà la conclusione con la premiazione dei migliori lavori a Milano. Idee, progetti suggestioni che dovranno poi indicare la via, perchè si costruisca un nuovo modello di socialità.
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