Tra lodi e provocazioni al Gran galà del commercio le bellezze di Gallarate finiscono sotto la lente di Sgarbi

La serata è stata un simbolo di tante cose ma forse, più di tutte, della speranza dei commercianti di poter fare il proprio lavoro senza più interruzioni

gran galà commercio gallarate sgarbi

Il simbolo della ripartenza, seppur tra molte cautele. Occasione propizia prima del mese dello shopping natalizio. E infine serata che ha messo al centro le bellezze di Gallarate: con Vittorio Sgarbi, la sua competenza e le sue provocazioni.

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Il Gran Galà del commercio a Gallarate 4 di 8

Il Gran galà del commercio organizzato da Confcommercio Ascom Gallarate Malpensa è stato un simbolo di tante cose ma forse, più di tutte, della speranza dei commercianti di poter fare il proprio lavoro senza più interruzioni. «Green pass, vaccini, tamponi. Problemi e contraddizioni ci sono e ci sono state in questi due anni – ha raccontato il presidente Renato Chiodi -: ma la verità è che il nemico è il virus e noi dobbiamo scongiurare ad ogni costo nuove chiusure».

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Sul palco, durante una serata che ha avuto come regista Maurizio Castiglioni, il saluto del sindaco Andrea Cassani, dell’assessore al Commercio Rocco Longobardi, alla Cultura Claudia Mazzetti e il Presidente della Camera di Commercio Fabio Lunghi.

E poi Sgarbi, intervistato da Morena Zapparoli, che ha ripercorso una critica ragionata sui pregi culturali e artistici della città di Gallarate: dalla Basilica di Santa Maria Assunta alla chiesa di San Pietro, dal museo Maga al museo Gallaratese per gli Studi Patri. Senza tralasciare critiche come solo Vittorio Sgarbi sa fare.

Tra tutte la più tagliente è stata quella sull‘altare “delle teste mozzate” di Claudio Parmiggiani custodito nella basilica. «Quella chiesa è esattamente l’opposto dell’opera di Parmiggiani – ha detto Sgarbi -. L’idea di mettere un artista d’avanguardia con un’opera come quella è stata abbastanza macabra. Poi certo.. si poteva perfino fare peggio”.

Un appello centrale nell’analisi del critico lo ha avuto quello per Palazzo Minoletti, con l’invito a ragionare su un suo recupero che possa metterlo a disposizione della collettività, superando anche «le ipocrisie» e senza timore di recuperare anche l’affresco di Mussolini a cavallo a suo tempo oscurato.

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Pubblicato il 29 Novembre 2021
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