Mauro Della Porta Raffo: “Joe Biden è l’usato sicuro dei Democratici”
Il giudizio dell'esperto di elezioni americane sui primi dieci mesi del nuovo presidente americano: "Brutta figura in Afghanistan e a Glasgow"

«I giornali e i giornalisti continuano a sbagliare dicendo che il 3 novembre siamo ad un anno dall’elezione alla presidenza degli Stati Uniti di Joe Biden. Il 3 novembre sono stati eletti i 538 grandi elettori che poi a loro volta hanno eletto Biden, ma il 14 dicembre». Mauro della Porta Raffo, alias il Gran Pignolo, uno dei massimi esperti di elezioni americane in Italia – lui dice al mondo – è in forma splendida. A parziale giustificazione dei giornalisti c’è una legge americana piuttosto complessa, non per Della Porta Raffo che dice di saper tutto. «Non sapete proprio niente – ribadisce ridendo il Gran Pignolo – dal 1848 la legge parla di martedì successivo al primo lunedì di novembre di ogni quattro anni, questo per evitare che il giorno delle elezioni cada il 1º novembre, che è un giorno festivo. Quindi ogni volta bisogna fare il calcolo. Si tratta di un’elezione di secondo grado, e Biden è stato eletto oltre un mese dopo, cioè il primo lunedì dopo il secondo mercoledì del mese dicembre, che corrisponde al giorno 14 dicembre e insediato il 20 gennaio»
Il giudizio dei primi dieci mesi di presidenza Biden del Gran Pignolo è negativo. «È un vecchio politico nel senso letterale del termine. La prima volta si era candidato nel 1987 per la nomination democratica ed era stato sconfitto da Dukakis. È il più vecchio presidente mai eletto ed è un uomo di scarso peso politico. A lui il Covid ha giovato perché prima dello scoppio della pandemia i sondaggi davano in vantaggio Trump. Nel primo mese di campagna elettorale era la terza scelta dei Democratici che gli preferivano Sanders. Ma alla fine il partito democratico ha preferito l’usato sicuro. È uno della vecchia scuola, simpatizzante delle frange socialisteggianti sulla scia di Sanders. In Afghanistan ha fatto una pessima figura. Si è addormentato durante la conferenza sul cambiamento climatico di Glasgow. Insomma, è stato scelto perché non dava fastidio».
A incidere sulla vittoria di Biden, secondo Della Porta Raffo, è stato anche il voto per posta. «Le circostanze e le proteste di Trump avevano un fondamento – spiega lo scrittore – il voto per posta è stato soggetto a parecchie critiche anche da parte dei democratici per la valutazione delle condizioni di voto e sull’identità del votante. Ci sono state commissioni bicamerali che lo hanno valutato. Certo da Trump non ci si può aspettare la classe del vecchio Bush che prima di congedarsi dalla Casa Bianca lasciò una lettera sulla scrivania di Clinton con questo messaggio finale: “Spero che tu sia felice di fare il presidente dell’America come lo sono stato io».
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