Meno biblioteca e più spazio d’incontro, BiBa si fa conoscere dai cittadini di Busto Arsizio
L'acronimo strizza l'occhio ai giovani. Nuovi spazi dedicati ai teenagers, zone dove si può conversare e altre dedicate allo studio e al silenzio, nuove categorie e
La fase di rinnovamento della biblioteca di Busto Arsizio è arrivata al termine dopo un percorso iniziato tre anni fa, prima della pandemia, partendo dalle esigenze degli utenti. Un pezzo alla volta la direttrice Claudia Giussani, sotto la direzione dell’assessore alla Cultura Manuela Maffioli, da poco riconfermata nel suo ruolo con la nuova giunta Antonelli, è riuscita a trasformare un luogo da troppo tempo uguale a se stesso e per questo spesso snobbato da alcune categorie di cittadini. Meno biblioteca non significa, però, meno libri o meno cultura: la riorganizzazione mira a riportare al suo interno intere schiere di cittadini che se ne erano allontanati.
«L’innovazione più importante è la sala per i ragazzi pre-adolescenti, una fascia di utenza che non trovava più, nella biblioteca, stimoli per frequentarla» – spiega l’assessore. La grande innovazione è stata quella di farla diventare un centro di aggregazione con una sala gaming/video, puff per sedersi in gruppo e chiacchierare, grandi pareti (di cui una con una grande lavagna) dove sfogare la propria creatività. «Il tutto corredato, naturalmente, da una sezione di libri a loro dedicata dove le parole studiare, scoprire, viaggiare, sperimentare hanno sostituito gli stantii “narrativa”, “storia” e via dicendo.
Non solo la parte per i teenagers è cambiata ma tutta la biblioteca. All’ingresso è scomparso il lungo bancone che separava i custodi della conoscenza dagli utenti, la denominazione BiBa (Biblioteca Busto Arsizio) compare un po’ ovunque insieme a grosse sfere rosse che compaiono qua e là, dando un aspetto più moderno ad un luogo che ha una lunga storia: «Cambia anche la figura del bibliotecario che si trasforma in consulente avanzato per l’utente-lettore» – spiega Claudia Giussani.
Spazio a tutte le esigenze anche per gli studenti universitari, che hanno una sala del silenzio a loro dedicata per poter studiare in tranquillità, per i bambini con un ampio npiano intero dedicato a loro (compresi quelli che hanno disabilità ed esigenze particolari) e per chi vuole chiacchierare senza disturbare gli altri con spazi dove ci si può accomodare e confrontarsi su un libro appena letto. A tutti questi spazi si aggiunge l’eleganza e la modernità della sala Monaco, zona liberata dal silenzio.
Ieri l’open day è stato molto apprezzato e sono stati un centinaio i cittadini che hanno scelto di passare parte della loro domenica tra le stanze dell’istituto dedicato a Gian Battista Roggia: il suo nome, infatti, continua a campeggiare nell’edificio con una nuova cartellonistica che ne esalta la figura culturale e una frase in cui invita i giovani ad incontrare i libri in biblioteca. Anche altri autori sono finito “sul muro” come Gianni Rodari e Immanuel Kant. Il progetto grafico, infatti, è stato realizzato grazie ad un’azienda del territorio che lo ha studiato su misura per la biblioteca bustocca.
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