Morì infilzato a Cuvio nella recinzione della casa di riposo, a luglio parleranno i testi
Processo a Varese per omicidio colposo in concorso: al banco degli imputati il direttore della Rsa, un medico e due “oss“
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Ha i contorni delle immagini forti la vicenda che in questi giorni sta procedendo nelle aule di giustizia di Varese e legata alla morte di un uomo classe 1944 approdato alla Rsa «Prealpina» di Cuvio per finire infilzato nella recinzione dopo un volo di alcuni metri, che non gli diede scampo.
Per quella vicenda, risalente oramai al 2017, e che colpì profondamente le comunità locali della zona, ci sono quattro persone a processo per omicidio colposo.
Si tratta del responsabile legale della struttura, del medico di guardia e due operatrici socio sanitarie, a vario titolo ritenuti responsabili dell’accaduto vuoi per l’assenza, nella struttura, di particolari tecnici per assistere un paziente affetto da quel tipo di patologia, vuoi per la mancanza di vigilanza che l’accusa ipotizza.
Nell’udienza di oggi, 2 novembre vi è stato il passaggio relativo all’ammissione delle prove ed è stata calendarizzata per il prossimo 8 di luglio la data in cui verranno escussi i testi e i consulenti chiamati dalle parti. I fatti si riferiscono alla tarda notte – quasi mattino – del 21 marzo 2017 in località “Pora“ a Cuvio dove sorge la nota casa di riposo per anziani.
Qui l’uomo, che ai tempi della tragedia aveva 73 anni e sembra avesse tentato gesti di autolesionismo in passato, è finito infilzato dai ferri della recinzione nel lato sud della struttura dopo un volo di più di 6 metri, caduto dalla finestra dell’ultimo piano della struttura.
Una morte atroce e per la quale il processo con rito ordinario si sta celebrando proprio per verificare le precise responsabilità: la vittima doveva essere vigilata perché affetta da gravi patologie che ne riducevano la capacità a quelle di un bimbo di pochi anni.
Una demenza senile che lo esponeva a gesti imprevedibili.
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