Professione medico: presente e futuro di una figura che rimane protagonista del cambiamento
L'annuale simposio di salute pubblica organizzato dall'Ordine dei Medici di Varese ha trattato il ruolo e le peculiarità di lavoro che mette aòl centro la relazione e il rapporto di fiducia con i pazienti
Un Simposio di Salute Pubblica, quello organizzato dall’Ordine dei Medici di Varese nell’Aula Magna dell’Università dell’Insubria, dal titolo “Professione: medico. Protagonisti del cambiamento”.
Un momento di riflessione annuale che ha affrontato una questione che sta alla base dell’impegno dei camici bianchi. Come ha sottolineato il Presidente dell’Ordine dei Medici di Varese, Dottoressa Giovanna Beretta, aprendo il convegno, “la professione medica cambia e si rinnova, muta e guarda al futuro, protagonista del cambiamento. Ma non dimentica mai come la sua finalità principale è quella di curare e tutelare la salute, senza mai prescindere dal rapporto personale con il paziente”.
“Il rapporto medico-paziente è una dinamica peculiare che caratterizza e differenzia la nostra professione – ha sottolineato il Presidente Beretta -, ne costituisce l’identità profonda, è un solido baluardo contro ogni degenerazione della professione, oltre ad essere fonte di motivazione e incoraggiamento”.
Dopo l’intervento del professor Giulio Carcano, che ha portato i saluti del Magnifico Rettore, e le parole del Sindaco di Varese, Davide Galimberti, che ha ricordato l’assegnazione della Martinella del Broletto all’Ordine, tra i protagonisti alla lotta contro la pandemia, ha preso la parola il Dottor Filippo Anelli, Presidente Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici. Dal Dottor Anelli il commosso ricordo del Dottor Stella, già Presidente dell’Ordine dei Medici di Varese, primo medico italiano caduto nella pandemia. Il Dottor Anelli ha rimarcato che “i medici svolgono una funzione importante, essendo garanti del diritto alla salute, alla vita, all’uguaglianza di accesso alle cure, diritti che stanno a fondamento della nostra democrazia”.
Il Dottor Luigi Cavanna, Direttore Dipartimento Oncologia dell’Ospedale di Piacenza, ha ricordato l’esperienza del covid in una delle zone colpite per prima. E proprio dalla Fondazione Gorbaciov di Piacenza è partita la candidatura del Corpo Sanitario Italiano al Nobel per la Pace.
La Dottoressa Antonella Vezzani, Presidente dell’Associazione Italiana Donne Medico, che quest’anno taglia il traguardo del secolo di attività, ha invece ricordato come siano ancora oggi significativi i fattori legati al carico famigliare che pesano sulle donne camice bianco, ostacolandone carriera e vita professionale.
Il Simposio è stato concluso dall’intervento del Professor Giuseppe Armocida, Ordinario di Storia della Medicina, che ha approfondito le differenze del medico di ieri rispetto al presente, e i cambiamenti epocali che si profilano nel futuro della professione.
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